Il sindaco a tutto campo: dalla casa di riposo alla lotta contro la discarica, dal ‘faccia a faccia’ mancato ai grandi progetti, dalla sicurezza alla frazione di Olcella: “Ci spiacerebbe perdere, perché lasceremmo il paese nelle mani per persone poco competenti e poco capaci”
24 MAGGIO 2019
BUSTO GAROLFO (MILANO) – Susanna Biondi, sindaco dal 2014, si ripresenta per il secondo mandato con la lista civica ‘Busto Garolfo – Paese Amico’. In questa campagna elettorale ha parlato, in prevalenza, delle cose fatte e dei progetti futuri, evitando di polemizzare con i suoi competitor, Angelo Pirazzini della civica di centrodestra e Roberto D’Angelo della civica di area ‘grillina’. Suo malgrado, però, il sindaco è stato costretto a rispondere agli attacchi dei suoi avversari.
Signor sindaco, partiamo dal ‘faccia a faccia’ tra i candidati: è stata lei a lanciare l’idea, ma alla fine il confronto non si è fatto. D’Angelo, in particolare, la accusa di aver proposto una sola data: prendere o lasciare. Ci spiega com’è andata?
“La spiegazione è nelle carte. A 15 giorni dal voto mi è sembrato giusto proporre un confronto pubblico, anche per il rispetto che si deve agli elettori, oltre che per ragioni di trasparenza. Ho scritto una lettera ai miei avversari, dopodiché Acli si è attivata per organizzare la serata, com’è sempre stato da tradizione. Da Pirazzini è arrivato un ‘sì’ di massima (solo per la data di lunedì 20 maggio), anche se poi si è rimangiato la parola, quando ha saputo che saremmo stati solo in due. Con D’Angelo invece la questione è molto diversa da com’è stata raccontata”.
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Cioè?
“Il candidato della cosiddetta ‘terza lista’ ha comunicato ad Acli di voler parlare con me. E io, di conseguenza, gli ho scritto. Mi ha risposto che lunedì 20 maggio – giorno ipotizzato per il ‘faccia a faccia’ – sarebbe stato indisponibile per ‘impegni istituzionali già assunti’. Mi chiedo quali siano, dal momento che D’Angelo non ricopre cariche pubbliche. In ogni caso, gli ho chiesto di proporre altre date”.
E lui quali date ha proposto?
“Nessuna. Non ha più risposto. Così, l’ho nuovamente sollecitato. Nulla, sparito”.
Gli osservatori sono tutti d’accordo: sarà una gara tra lei e Pirazzini. Teme il centrodestra unito?
“Unito? Mi viene da sorridere. In questi anni il gruppo di Pirazzini e la Lega, in consiglio comunale, sono stati divisi su tutte le grandi questioni. Più che di unità, parlerei piuttosto di gruppo eterogeneo per cercare di vincere a tutti i costi. La dimostrazione è nel loro programma: generico, con tanti slogan e poche proposte. Del resto, non ne hanno avuto il tempo”.
In che senso?
“Beh, hanno passato la campagna elettorale a mettere assieme i simboli di partito e poi a spartirsi le poltrone, decidendo gli assessorati ancora prima dei voto dei bustesi. Questa è vecchia politica. Se dovessero vincere, come faranno a governare? Litigheranno per 5 anni?”
Però il centrodestra, in questi mesi, sembra molto forte. O no?
“Sembrava. Direi che i fatti di Legnano, al di là degli arresti e dell’evoluzione dell’inchiesta, segnano la crisi di un modello e di una classe dirigente che occupa il tempo a tramare e parlare di nomine per amici e conoscenti, invece di occuparsi dei problemi dei cittadini”.
Anche voi siete accusati di avere l’appoggio dei partiti, non è così?
“Vede, c’è una grande differenza tra noi e loro. Noi siamo appoggiati da alcuni partiti di centrosinistra, che non ci hanno imposto nulla nel 2014 e non ci imporranno nulla oggi. Loro, invece, sono comandati dai partiti del centrodestra, che hanno già imposto la giunta in caso di vittoria”.
E’ sorpresa di vedere il suo ex vicesindaco, Ilaria Cova, tra i sostenitori della ‘terza lista’?
“Ormai non mi stupisco più di niente”.
Il centrodestra punta molto sulla sicurezza. E’ un vostro nervo scoperto?
“Assolutamente no. Sono anzi sorpresa nel leggere il loro programma sulla sicurezza. Pirazzini ha già governato Busto Garolfo e Olcella dal 2009 al 2014. In quegli anni non hanno fatto nulla, non hanno installato neppure una telecamera. Noi abbiamo realizzato la videosorveglianza in molti tutti i punti sensibili del paese, abbiamo installato due varchi per la lettura e verifica delle targhe (e se ne stanno posizionando altri tre), abbiamo migliorato la sicurezza stradale con le rotonde e abbiamo riqualificato l’illuminazione pubblica. Oltre a ciò, il sito Rom ai confini con Villa Cortese ha smesso di essere un pericolo. Potevamo fare di più? Certamente. Ma sentire critiche da chi non ha fatto mai nulla mi sembra paradossale”.
Di critiche ne sono arrivate tante, in particolare su Olcella. Avete trascurato la frazione?
“Se per ‘trascurato’ s’intende aver portato eventi, manifestazioni, una casetta dell’acqua, la riqualificazione dell’illuminazione pubblica, il potenziamento della rete idrica, il mercato, la fibra ottica e la realizzazione dell’unica piazza esistente, allora sì. Scherzi a parte, a Olcella abbiamo dedicato grande attenzione. Purtroppo non siamo riusciti a creare uno spazio pubblico. Ma anche questo è ormai risolto: c’è già il luogo e il progetto. E quando sarà realizzato, ci sarà anche un piccolo ufficio, dove il sindaco riceverà i cittadini della frazione in loco, una volta a settimana. Oltre a uno ‘sportello Comune’, alcuni servizi sanitari e spazio per eventi culturali e momenti aggregativi”.
Casa di riposo, il Comune in questi anni è stato impegnato in tribunale contro la Cooperativa Sodalitas. La sentenza vi ha dato ragione. Ora che succede?
“Intanto chiariamo una cosa: tutto comincia nel 2014, quando l’allora Pirazzini ‘si dimentica’ di rispondere alla lettera con cui Sodalitas chiedeva il rinnovo della convenzione datata 1994 e prossima alla scadenza. Da quella mancata risposta si genera tutto, perché la Cooperativa interpreta il silenzio come assenso e pretende che il rinnovo avvenga alle stesse condizioni di 20 anni prima. Al contrario, il diritto di superficie (che deve comprendere sia l’immobile sia il terreno) doveva essere ricalcolato, ovviamente”.
E voi cos’avete fatto?
“L’abbiamo ricalcolato, chiedendo una stima all’Agenzia delle entrate, a seguito dell’abbattimento stabilito in consiglio comunale ha portato alla cifra finale di 1,5 milioni di euro. Sodalitas non ha accettato e così ci siamo trovati in causa. Dopo 4 anni il Tribunale civile di Busto Arsizio ci ha dato ragione. Sodalitas, che ha appena pagato un piccolo acconto, ha fatto ricorso in Appello. Nel frattempo però la Cooperativa ha gestito la struttura senza mai versare un solo centesimo per quasi un quinquennio e nostro compito sarà quello di recuperare anche quei soldi, sottratti ai cittadini di Busto Garolfo”.
Le opposizioni come la pensano?
“Pirazzini sembra d’accordo con noi, mentre la Lega con Sabrina Lunardi ha sempre avuto una posizione di grande vicinanza con Sodalitas, credo per ragioni politiche. Anche in questo caso, se dovessero vincere, quale linea prevarrà?”
Chiudiamo con l’annoso problema del progetto discarica nelle Cave di Casorezzo. Riusciremo mai a vedere la fine di questa minaccia, per Busto Garolfo e per l’intero territorio?
“Intanto, grazie ai ricorsi dei comuni, il progetto è fermo. Ed è già un primo risultato. In questi anni, con Casorezzo, c’è stata una perfetta sintonia e mi auguro davvero che si possa continuare in questa direzione. Ma quello che ha contribuito a rendere la nostra posizione più forte è stato il coinvolgimento dei comuni dell’Altomilanese. Queste battaglie si vincono facendo rete e stando uniti. Sempre che i sindaci non approvino cose strane”.
Cosa intende dire?
“Leggo le carte. Nel gennaio 2012, per esempio, l’allora giunta Pirazzini approvò un protocollo d’intesa con i proprietari delle Cave, mettendo nero su bianco una frase ambigua e pericolosa: le modalità di ripristino avrebbero cioè dovuto essere compatibili con gli interessi degli imprenditori. Noi revocammo quel protocollo d’intesa subito dopo aver vinto le elezioni nel 2014. Ma c’è di più. Il sito delle Cave fu comprato da ‘Vibeco’, società che sponsorizzò il Comune con 50.000 euro per alcuni interventi alle scuole. Ecco, mi limito a far notare che ‘Vibeco’ non si è mai offerta di dare soldi alla mia amministrazione”.
Se dovesse vincere, continuerebbe il lavoro avviato. Ma se dovesse perdere, resterebbe sui banchi dell’opposizione?
“Certamente. Svolgerò il ruolo che gli elettori mi assegneranno”.
Le dispiacerebbe?
“Per me la politica è una passione e un servizio. Non ho ambizioni di carriera. Mi spiacerebbe, ma solo perché lascerei il Comune nelle mani di persone che, quando hanno amministrato, si sono rivelate poco capaci e poco competenti”.