Intervista all’ex sindaco Del Gobbo: ““Me lo chiedono i vertici dei partiti, Calati ha sprecato un’occasione”

di Ersilio Mattioni

MAGENTA (MILANO) – Le voci circolano da mesi, le indiscrezioni pure. Ma è la prima volta che Luca Del Gobbo – già sindaco di Magenta dal 2002 al 2012, oggi consigliere regionale di Noi con l’Italia – parla apertamente dell’ipotesi di una sua candidatura alle elezioni comunali che si svolgeranno il prossimo giugno, salvo un rinvio in autunno per ragioni sanitarie.

Consigliere Del Gobbo, allora è vero: sarà lei il candidato sindaco del centrodestra per Magenta?

“Voglio essere franco: di deciso non c’è nulla, ma è vero che sto svolgendo una riflessione dopo le numerose richieste che giungono da un po’ di tempo”.

E’ il centrodestra magentino, temendo di perdere, che le ha chiesto di candidarsi?

“Non solo. I vertici dei partiti mi hanno formulato un analogo auspicio, invitandomi a valutare questa possibilità”.

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Si mormora che persino qualche big a Roma stia facendo pressing, affinché lei accetti. E’ così?

“Sì, è così”.

E lei cos’ha risposto?

Non nego di essere in imbarazzo. Da un lato c’è il mio impegno in Regione a favore del territorio, dall’altro c’è la mia città, che ho sempre nel cuore e che, in questi anni, mi è sembrata un po’ ferma e in difficoltà. L’idea di dare una mano e di poter essere utile al rilancio di Magenta, indubbiamente, è uno stimolo forte”.

Ha seguito l’ultima polemica sulla ex Novaceta?

“Sì, non voglio entrare nei dettagli di una vicenda che è appena all’inizio, ma mi pare che manchi un’idea di città e questo mi preoccupa”.

Quando prenderà una decisione sulla sua candidatura?

“Direi che prima è necessario riflettere e approfondire con i partiti del centrodestra, ma credo che non potremo aspettare molto. Entro marzo dovremo decidere”.

E se il suo fosse un ‘Sì’, chi lo spiega al sindaco Chiara Calati?

“Con un po’ di esperienza politica sulle spalle devo dire che non ho mai visto un sindaco uscente annunciare la sua ricandidatura prima di essersi confrontata con i partiti della coalizione e soprattutto senza che nessuno glielo chiedesse”.

Dunque?

“Dunque in politica ci sono delle regole e non si può pensare di decidere sempre e tutto da soli”.

E’ stato lei a proporre Calati come candidato sindaco nel 2017 e a dare un contributo decisivo alla sua vittoria. Pentito?

“Amareggiato. Ho l’impressione che Chiara abbia sprecato una grande occasione”.

Di recente l’ex sindaco Marco Invernizzi, in una lunga intervista con ‘Libera Stampa l’Altomilanese’, ha detto che lei non è il fuoriclasse che tutti pensano. Si è offeso?

“Assolutamente no, ho letto con interesse quell’intervista che contiene molti spunti intelligenti, su cui riflettere”.

Invernizzi ha detto anche che lei è stato fortunato: ha governato una Magenta con molti soldi e poteva fare certamente di più. Vuole replicare?

“Quando ero sindaco, Invernizzi si occupava solo di cultura e non di politica. Altrimenti non parlerebbe in questo modo”.

In che senso?

“Ereditai una città che aveva violato il Patto di stabilità: non c’erano soldi, non si poteva accedere ai finanziamenti statali e non si poteva assumere personale. Per non parlare delle opere pubbliche bloccate e dei conteziosi giudiziari in corso. Lui, al contrario di me, ereditò una città con i conti a posto e i cantieri finiti. Detto questo, approfitto delle vostre pagine per mandare un abbraccio e un caro saluto a Marco, di cui ho sempre apprezzato l’attività culturale”.

Anche le tanto contestate serate filosofiche?

 “Sì. Anzi dirò di più: abolirle è stato un errore”.