Eliminato l’intervallo all’istituto superiore ‘Marcora’ di Inveruno. E’ questa la ragione dello sciopero degli studenti, cominciato stamattina alle 8. Gli alunni si sono radunati fuori dai cancelli e i loro rappresentanti hanno spiegato che non intendono entrare a scuola finché non verrà revocata la circolare del preside Antonio Zito, che impone ai docenti di non far uscire i ragazzi dalle aule, neppure per andare in bagno
INVERUNO (MILANO) – Eliminato l’intervallo, gli studenti protestano ed entrano in sciopero. Succede all’istituto superiore di Inveruno, dove questa mattina alle 8 gli alunni si sono radunati davanti alla scuola e hanno manifestato l’intenzione di non prendere parte alle lezioni, finché il problema non sarà affrontato e risolto.
Eliminato l’intervallo
Eliminato l’inervallo, scatta la protesta pacifica. Questa mattina gli studenti dell’istituto superiore di Inveruno (fusione tra l’IPSIA Marcora e l’IPSCTS Lombardini) hanno deciso di non entrare in classe: “Da più di un mese – spiega Ivan Calloni, uno dei rappresentanti d’istituto – ci siamo ritrovati senza intervallo. Pensavamo che con l’orario definitivo potesse cambiare qualcosa, ma ci sbagliavamo”. Così 600 alunni hanno deciso di protestare contro la decisione del dirigente scolastico, Antonio Zito, che non ha inserito i due intervalli all’interno dell’orario definitivo, costringendo i ragazzi all’interno della classe per tutte le ore di lezione senza poter uscire nei corridoi o in giardino a prendere una boccata d’aria o a mangiare un panino.
“Prima l’incolumità dei ragazzi”
“Noi professori abbiamo la responsabilità dell’incolumità degli alunni – spiega il responsabile del plesso, il professor Eugenio Marino – e quindi non possiamo farli uscire dalle classi senza il permesso del dirigente. Però possiamo concedere loro delle pause all’interno della classe, dove li possiamo supervisionare e controllare. Se dovesse succedere qualcosa, sarebbe colpa nostra. Gli alunni sono i nostri ragazzi e abbiamo a cuore la loro serenità. Non siamo in classe con il fucile puntato contro di loro”. Dichiarazioni che sembrano però confermare la ragione dello sciopero, ovvero l’impossibilità di uscire dalle aule per l’intervallo.
Mezzi di trasporto
Ma secondo il docente di matematica Michele Mallano il problema non sarebbe l’intervallo eliminato, bensì i mezzi di trasporto. “Eliminato l’intervallo? No, viene svolto in classe. Il problema di questi ragazzi sono gli orari assurdi a causa della mancanza dei trasporti. Ci sono classi che iniziano alle 10 e terminano alle 15.30, arrivando a casa alle 16.30 passate, come possono fare i compiti? Nell’anno e mezzo di pandemia, si sarebbe dovuto lavorare per ampliare il trasporto pubblico, invece le corse non sono aumentate e le scuole devono programmare gli ingressi in base alla percentuale di alunni che è possibile accogliere. In questo modo si rischia che alunni e insegnati debbano venire a scuola anche di sabato”.
Sostieni la Libera Informazione
Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.
Il preside
A mancare, per il momento, è la versione del dirigente scolastico. Il professor Zito è arrivato a scuola questa mattina intorno alle 8.30 e si è trovato centinaia di alunni fuori in cancelli. Zito ha promesso di contattare Libera Stampa l’Altomilanese dopo essersi confrontato con i rappresentanti d’istituto e con i docenti. I ragazzi sono decisi a continuare la protesta fino a quando le cose non cambieranno. “Saremo qui fuori anche domani – concludono – e saremo qui a protestare fino a quando non ci verrà concesso l’intervallo fuori dalle aule. Non è giusto stare 7 ore senza una pausa né per mangiare né per riposare. Non è normale e soprattutto va contro i nostri diritti. In una circolare il preside ha scritto che durante l’intervallo i professori non posso farci uscire, neppure per andare in bagno. Questo deve cambiare”.