Le opere dovrebbero prendere avvio a marzo 2016, ma darà una soluzione definitiva al problema?
di Riccardo Sala
Ci sono novità riguardo ai lavori che presto interesseranno l’ampliamento del cimitero della città, che da tempo si trova quasi pieno. Innanzitutto viene confermata l’intenzione di terminare le procedure per avviare la gara d’appalto entro la fine dell’anno, portando l’inizio effettivo dei lavori a marzo del 2016. Decisamente la notizia che ci si aspettava, dato che il sovraffollamento del camposanto cittadino è tale da non permettere più a nessuno di acquistare concessioni per i loculi. Confermata, poi, la costruzione di un cinerario di 100 metri quadrati, inizialmente non previsto dal progetto e poi aggiunto per andare incontro alla costante crescita della pratica della cremazione. Il resto degli interventi rispecchia invece il Piano Regolatore Cimiteriale, redatto dalla giunta Molla nel 2013, seppur con qualche modifica. Ce ne ha parlatopiù approfonditamente il primo cittadino, Filippo Fusè: “L’intervento primario consta di un ampliamento dell’area, che sposterà i confini del cimitero comunale di circa 30 metri. L’operazione di costruzione sarà invece finalizzata principalmente alla costruzione di 360 nuovi loculi, del cinerario e della realizzazione di aree per la costruzione di cappelle gentilizie e di nuove aree per tombe a terra, prevedendo anche una specifica zona da destinare ai defunti non cattolici. La differenza sostanziale tra il vecchio ed il nuovo progetto è la modalità di realizzazione delle tombe a terra. Analizzando la demografia di Mesero si può vedere una progressiva diminuzione di quelle persone che optano per la sepoltura a terra dei propri cari, preferendo piuttosto la cremazione o l’acquisto di un loculo. Per questo motivo realizzeremo subito loculi e il cinerario, aggiungendo invece le tombe a terra di volta in volta a seconda delle richieste”. Un intervento non banale, considerando che solamente la quantità di loculi verrà aumentata di un terzo, ma che darà una soluzione definitiva all’annoso problema della mancanza di spazio per la conservazione ed il culto dei defunti.