Il nuovo legale di Mantovani, Guido Calvi, difese con successo D’Alema nell’inchiesta sulle tangenti rosse
9 FEBBRAIO 2016
ROMA – Nuovo legale di fiducia per Mario Mantovani, indagato per corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Il politico di Forza Italia ha deciso di non lasciare l’intera difesa nelle mani dell’avvocato di Turbigo Roberto Lassini, puntando invece su un principe del foro come il romano Guido Calvi, professore universitario e già membro del Consiglio superiore della magistratura.
L’avvocato ‘comunista’
Una scelta curiosa, se si considera che Mantovani (che secondo la Procura avrebbe cumulato un tesoro immobiliare di 11 milioni di euro, patrimonio di una società fiduciaria, Spem Srl, dietro la quale il politico si sarebbe ‘schermato’) ha da sempre una vera e propria avversione per i comunisti, che considera responsabili di ogni nefandezza, magari persino del suo arresto. Ecco perché stupisce che la scelta sia caduta sull’avvocato Calvi: classe 1940, già dirigente dello Psiup (partito di sinistra radicale), poi passato al Pci e infine divenuto senatore con il Pds prima e con i Ds poi, fino a essere indicato dal Pd per il Csm.
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Piazza Fontana
Il primo cliente di un giovanissimo Calvi, all’età di 29 anni, fu l’anarchico Pietro Valpreda nel 1969, anno della strage di piazza Fontana. Fu inoltre il legale delle parti civili nei processi per le stragi di piazza della Loggia, Brescia, Bologna e Rapido 904. E condusse, per il comune di Roma, un’inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini.
Il legale dei ‘big’
Da giovane idealista a uomo del sistema. Ai tempi di ‘mani pulite’ difese il tesoriere del Pci-Pds Marcello Stefanini (epici gli scontri in aula con l’allora Pubblico ministero Antonio Di Pietro), difese poi Massimo D’Alema nelle presunte tangenti rosse a Venezia e nel caso Unipol, difese pure un altro ex comunista eccellente: il ministro Vincesco Visco, nemico giurato di Silvio Berlusconi.
La prima volta
Calvi non è mai stato l’avvocato di fiducia di un politico democristiano folgorato sulla via di Arcore e oggi indagato (leggi il documento esclusivo sull’accusa di corruzione). Ma per tutti c’è una prima volta. In bocca al lupo, professore.