Viaggio-inchiesta nei nostri acquedotti, dove l’acqua è ottima qualità, salvo rarissime eccezioni: la classifica comune per comune. Gli esperti non hanno dubbi: tanti testi e tanti controlli, meglio bere dal rubinetto che prelevare l’acqua nelle tanto decantate ‘casette’

2 OTTOBRE 2017

di Francesca Ceriani

ALTOMILANESE – Com’è la qualità dell’acqua potabile nei comuni del nostro territorio? Secondo gli esperti del ‘Dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria’ di Regione Lombardia, la nostra acqua, salvo qualche eccezione, è buona.

CLICCA SULL’IMMAGINE PER LEGGERE LA CLASSIFICA COMUNE PER COMUNE

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

I test

I risultati dei test, resi noti in un documento, invitano a non diffidare dell’acqua del rubinetto. Lo scopo è quello di informare i cittadini dell’area metropolitana milanese circa le caratteristiche dell’acqua di rete, generando fiducia negli acquedotti dei 73 comuni della nostra provincia. Le verifiche sono molto frequenti e, grazie ai test, è possibile individuare con tempestività eventuali situazioni a rischio. Nel 2016 sono stati effettuati 2.342 controlli sugli impianti, di cui 1.838 sui punti classificati come ‘fondamentali’, quelli in cui si capisce se è garantito il rispetto dello standard di potabilità previsto dall’Unione Europea. Ma cosa significa ‘potabile’? Banalmente, per molti, significa ‘acqua buona’, ma non basta. “Oggi si definisce potabile – spiegano gli esperti – l’acqua che rispetta un preciso standard di qualità in cui vengono fissate le soglie massime di concentrazione per una serie di elementi”. Per essere chiari, quindi, ‘potabile’ significa ‘non dannosa per la salute’.

Comuni leggermente a rischio

Gli studiosi hanno dunque stabilito limiti massimi di concentrazione per tutti i composti potenzialmente pericolosi, che potrebbero annidarsi nell’acqua destinata al consumo domestico. E veniamo alla nota dolente: non tutti i comuni del Milanese hanno superato i ‘test’ di conformità ai parametri definiti ‘obbligatori’ per legge. Si sono infatti registrati alcuni casi in cui, nel campione di acqua prelevato, è stato riscontrato il superamento del limite per uno dei livelli ‘obbligatori’, dove un eventuale sforamento comporta automaticamente un giudizio di non idoneità al consumo umano. Anche se i casi di non conformità sono solo l’1,7% dei test effettuati, vale la pena analizzarli. A Busto Garolfo va il triste primato di comune con il maggior numero di punti di erogazione dell’acqua che hanno presentato casi di difformità, ben 3, pur escludendo qualsiasi rischio di contaminazione. A Canegrate, dopo il controllo del 18 novembre 2016, un punto di erogazione è stato addirittura chiuso per permettere un successivo ricontrollo. Casi di ‘ricontrollo’ si sono verificati anche a Cuggiono, Legnano, Magenta e Mesero, dove un impianto è stato fermato per essere analizzato nuovamente. In altri casi i provvedimenti sono stati più lievi, con la semplice sostituzione di filtri o dei tubi. Motivo di leggera preoccupazione anche ad Arluno, Bareggio, Corbetta, Dairago, Magnago con Bienate, Robecco sul Naviglio e Santo Stefano Ticino, dove uno dei parametri ha sfiorato il livello di allarme. La percentuale di casi di non conformità, quindi, è minima.

Casette dell’acqua, il grande ‘inganno’

Eppure, nonostante lo ‘stato di salute’ dell’acqua dei nostri rubinetti sia buono, aumenta il numero di persone che, non fidandosi del rubinetto di casa, si recano alle ‘casette dell’acqua’ (79 sul territorio della provincia). Ma è bene sapere due cose. La prima: il calcare presente nell’acqua del rubinetto non è affatto dannoso per la salute. Anzi, dal punto di vista sanitario, a rivelarsi dannoso, potrebbe essere proprio il trattamento dell’acqua per rimuovere il calcare. La seconda: “L’acqua erogata dalle casette è la stessa che il gestore dell’acquedotto porta nelle abitazioni. Nella quasi totalità dei casi, infatti, l’acqua non viene sottoposta ad alcun trattamento di ‘purificazione’: viene semplicemente refrigerata e, per chi lo vuole, addizionata di anidride carbonica”. In altre parole, dalle ‘casette’ scende un’acqua in tutto e per tutto identica a quella di casa. Quella del vostro rubinetto, che è di ottima qualità.