I vigili di Ossona-Casorezzo, nel Milanese, scoprono un patrimonio milionario fatto di veicoli intestati a nomadi incensurati per evitare i controlli delle forze dell’ordine

22 APRILE 2018

di Riccardo Sala

OSSONA (MILANO) – 1.045 mezzi di trasporto intestati a 3 rumeni, di cui uno senza neanche la patente. E’ questa la scoperta della Polizia locale di Ossona-Casorezzo, nel Milanese, che nell’ultimo mese ha messo in campo un’indagine che ha portato a schedare auto, camper e motociclette intestate a una serie di ‘teste di legno’ di etnia rom.

Le auto sospette

L’inchiesta parte il 17 marzo 2018, quando la Procura commissiona al comando un’indagine su alcune auto sospette. Una di questa, un’Alfa Romeo già segnalata dai vigili di Limbiate (in provincia di Monza), viene trovata tra Ossona e Casorezzo. I ‘ghisa’ ossonesi sequestrano la vettura, e dopo poco si presenta in comando il rumeno D.R., classe 1981 e residente a Seregno, per ritirare l’auto. L’uomo, in evidente stato di agitazione, viene ‘torchiato’ dagli agenti, scoprendolo intestatario di 8 auto, 2 camper e una moto pur senza avere alcun tipo di patente di guida. Il giovane ammette di essere una ‘testa di legno’ e dichiara di aver accettato di diventare proprietario delle auto in cambio di 200-300 euro a veicolo. Tra i mezzi intestati a D.R. però, non figura l’Alfa Romeo, data in gestione al rumeno ma registrata a nome di una connazionale. Si tratta di M.M., nata in Romania nel 1983 e residente a Monza, che risulta a sua volta intestataria di 234 mezzi di trasporto.

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800 veicoli, un solo proprietario

Nello stesso filone di indagine, sempre a Casorezzo viene trovata un’auto intestata a un altro rumeno di Voghera (di cui non sono state rese note le generalità a causa delle inchieste ancora in corso), il quale risulta proprietario della bellezza di 800 veicoli. Un vero e proprio patrimonio, dell’ordine dei milioni di euro, affidato a nomadi incensurati per evitare i controlli delle forze dell’ordine. Il metodo è semplice: le ‘teste di legno’ aprono una partita Iva come commercianti di auto e in cambio di denaro accettano di intestarsi una lunga serie di mezzi, dotandoli di targhe provvisorie e poi utilizzandoli con intenti criminali. Per ora non sono stati emessi provvedimenti, in attesa che si arrivi a un quadro completo.

Indagini difficili

Purtroppo però, nel contrastare questi fenomeni le leggi sono poche, come conferma il vicecomandante Francesco Pianura: “L’unica strada è contestare queste proprietà dubbie con alcuni articoli del Codice della strada, arrivando a radiare le auto incriminate dalla circolazione. Nel penale invece, l’unico reato contestabile è il falso ideologico verso pubblici ufficiali, punito con la reclusione fino a un anno. Un’accusa tutto sommato leggera, che però può diventare pesante nel caso si riesca a dimostrare la correlazione tra più ‘teste di legno’. A quel punto può entrare in campo l’accusa di associazione a delinquere, un reato grave che può meglio adempiere a una funzione punitiva e di deterrenza”.