L’ex sindaco Chiara Calati incassa l’indennità di fine mandato e prepara la sua corsa per elezioni regionali 2023. Tante le incognite, a cominciare dalla più insidiosa: con quale partito si candiderà?

di Ersilio Mattioni

MAGENTA (MILANO) – L’ex sindaco Chiara Calati incassa dal Comune un assegno da 9.300 euro: è la cosiddetta indennità di fine mandato, una sorta di buona uscita che spetta ai sindaci in base alla durata della loro carica. E’ questo l’ultimo atto di un primo cittadino che, al termine del primo mandato, non è stato ricandidato per volontà delle forze politiche del centrodestra, che l’avevano voluta e sostenuta nel 2017.

Indennità di fine mandato

Ma indennità a parte (nessuno si scandalizzi: è dovuta), c’è da dire che Calati, da quando non è più sindaco, non ha affatto smesso di occuparsi di vita cittadina e di politica. Anzi, è cresciuto il suo impegno nelle associazioni (esempio emblematico la Protezione civile) e anche la sua presenza alle manifestazioni e agli eventi. Tanto che qualcuno ha trovato tutto questo attivismo sospetto. In realtà, Calati ha sempre partecipato alla vita di Magenta, anche quando non era sindaco. E adesso, con più tempo a disposizione, ha semplicemente ricominciato a farlo.

L’ex sindaco verso la Regione

Certo, non è tutto qui. L’ex sindaco infatti sta valutando – soppesando pro e contro – l’eventualità di una sua candidatura alle elezioni regionali del 2023 (dove gli aspiranti sono tanti e i posti pochi). E va da sé che, se decidesse di correre, la città di Magenta sarebbe per lei un bacino di voti interessante, forse decisivo.

Le incognite

Si aprono, su questo fronte, alcune questioni. La prima: con quale partito si candiderebbe l’ex sindaco? La seconda: l’attuale primo cittadino, Luca Del Gobbo, le darebbe una mano? La terza: come risponderebbe la città? Oggi Calati è iscritta a Lombardia Ideale, il partito del governatore leghista Attilio Fontana. Se il candidato fosse ancora lui (cosa tutt’altro che scontata, perché Forza Italia spinge Letizia Moratti e Fratelli d’Italia alza la cresta dopo il boom elettorale), allora Calati sarebbe al suo fianco. Ma se fosse un altro, Lombardia Ideale sparirebbe. E questo per l’ex sindaco di Magenta sarebbe un problema tremendamente serio.

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L’appoggio di Del Gobbo

Altra questione, molto diversa dall’indennità: l’appoggio di Del Gobbo. In teoria ci sarebbe, ma il primo cittadino dovrebbe dire di no a tutti quelli che glielo chiederanno (in primis il consigliere regionale uscente Curzio Trezzani, il quale dopo il flop della Lega rischia il posto). Non sembra tuttavia un dettaglio la risposta dei magentini, anche perché se Calati ricevesse un numero di preferenze significativo, crollerebbe la tesi dei suoi detrattori, che non l’hanno ricandidata sostenendo che non era popolare.