Parla in esclusiva con Libera Stampa l’Altomilanese l’ex numero uno del Pirellone, condannato anche a versare una provvisionale complessiva pari a 3 milioni di euro. I magistrati gli hanno inoltre confiscato circa 6,5 milioni di euro, tra cui la metà di una villa in Sardegna. Il ‘Celeste’: “So quello che ho fatto, sono innocente e aspetto la Cassazione”

23 DICEMBRE 2016

di Daniele Di Sica

MILANO –  L’ex governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, condannato ieri dal tribunale di Milano a 6 anni di carcere per lo scandalo Maugeri e San Raffaele, parla in esclusiva con Libera Stampa l’Altomilanese: “Non mi dimetto, sono innocente”. Per i giudici del primo grado però il ‘Celeste’, senatore in quota Nuovo Centrodestra e presidente della Commissione Agricoltura, è colpevole di corruzione. L’ex numero uno del Pirellone è stato anche condannato a versare una provvisionale complessiva pari a 3 milioni di euro: i magistrati hanno anche disposto la confisca di circa 6,5 milioni di euro, tra cui il 50 per cento di una villa in Sardegna. Il legale di Formigoni, l’avvocato Luigi Stortoni, fa sapere che è già pronto un ricorso alla Corte d’Appello, che verrà depositato subito dopo le lettura delle motivazioni della condanna.

Senatore Formigoni, si dimetterà da parlamentare dopo la condanna?

“Assolutamente no, continuerò la mia battaglia legale. Non lascerò il mio incarico da senatore né il mio ruolo di presidente della Commissione Agricoltura”.

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Non crede che sarebbe opportuno farlo?

“No, perché vale il principio di innocenza fino al terzo grado di giudizio”.

Secondo i giudici, però, lei è colpevole di corruzione?

“A parte il fatto che l’innocenza è mia, perché so benissimo quello che ho fatto e quello che non ho fatto. E so che mi sono sempre posto correttamente nei confronti delle istituzioni e dei cittadini. E poi non esiste nessun obbligo, nessun dovere di dimissioni o nessuna questione di opportunità”.

Insomma, continuerà a fare politica, come se nulla fosse successo? “Certo.

Lo ripeto ancora, vale il principio di innocenza fino alla decisione della Corte di Cassazione”.