Magenta, il sindaco Calati difende il suo operato: “Governare la città è un’altra cosa. In queste condizioni, abbiamo fatto il massimo”

di Ersilio Mattioni

MAGENTA (MILANO) – “Sarò sindaco fino all’ultimo giorno”. Lo aveva promesso ed è stata di parola. Chiara Calati – diventata il parafulmine di tutti gli attacchi, da destra a sinistra passando per il minestrone detto civismo – non si scompone e si toglie uno sfizio: “Tutti mi attaccano? Di solito vengono criticate le persone di valore”.

Sindaco Calati, come vede la campagna elettorale?

“Strana. Mi permetto di dare un consiglio ai candidati sindaci: cominciate a parlare di contenuti, perché i cittadini sono già stufi dei pettegolezzi. Tizio attacca Caio, che risponde con un nuovo attacco. Poi un post, una polemica, un’accusa. Basta, davvero. Di questo passo, non so come andrà a finire”.

Aveva promesso che avrebbe fatto il sindaco fino all’ultimo giorno e lo ha mantenuto. Che eredità lascia?

“Un’eredità a cui tengo molto è il rapporto con le associazioni, soprattutto sul versante culturale. Il Magenta Jazz Festival ha triplicato le presenze e il teatro ha fatto registrare 10.000 spettatori in 5 anni”.

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E’ stata spesso accusata di immobilismo, cosa risponde?

“Rispondo che ho fatto il massimo, nelle condizioni che mi sono state concesse. E che lascio molte opere avviate o finanziate, da completare: la ciclabile Magenta-Corbetta, il secondo lotto di via Garibaldi, i finanziamenti per piazza mercato, 200.000 euro del bando sui parchi cittadini. Soprattutto, lascio i conti perfettamente in ordine”.

A che punto siamo con il progetto Novaceta?

“E’ passata in Commissione paesaggistica la pratica per la demolizione, presto verrà ripulita l’area. Dopodiché cominceranno gli interventi, comprese le opere di pubblica utilità: i parcheggi per la stazione, il centro sportivo e la viabilità di quartiere”.

E’ soddisfatta?

“Se pensiamo che in 5 anni abbiamo investito 5 milioni di euro in strade, scuole e servizi, vuol dire che la città non è rimasta immobile”.

Il sindaco di Corbetta, Marco Ballarini, la accusa di non aver fatto nulla. Che effetto le fa?

“Mi viene da sorridere. Nel 2017, da neofita della politica, mi sono affidata ai partiti nel rispetto degli equilibri della coalizione. Ballarini, all’epoca, era il coordinatore di Forza Italia e indicò due degli attuali assessori. Se è vero che la mia giunta non ha fatto nulla, direi che ne siamo tutti responsabili”.

Ballarini compreso?

“Certamente. Io però penso che non sia così. Abbiamo commesso degli errori, ci sono scelte che non rifarei, ma dire che non abbiamo fatto nulla mi sembra davvero ingiusto”.

Sindaco Calati, cosa non rifarebbe?

“Tantissime cose”.

Per esempio, la nomina del presidente di Asm?

“Eh, andiamo oltre”.

Fu sempre Ballarini a volere quella nomina, o no?

“Appunto, andiamo oltre”.

Rimpianti?

“No. Però tornassi indietro, dedicherei meno tempo ai grandi progetti e più tempo alle ‘piccole’ cose: il decoro urbano, il verde. Sono i dettagli a fare bella e accogliente una città”.

Com’è la politica vista da vicino?

“A volte molto stimolante, altre volte molto demotivante. Io non vivo di politica, per me è una passione. E quando vorresti fare qualcosa di utile e non riesci per colpa delle dinamiche e dei giochetti, beh, ti senti frustrata”.

Com’è lo stato di salute dei partiti?

“Non buono. C’è una necessità assoluta di rinnovare la classe dirigente, a cominciare dal linguaggio. Però partendo dalla formazione, perché non ci si può improvvisare né politici né amministratori. C’è una crisi di credibilità molto forte. Quando la politica diventa gossip e insulti, il cittadino se ne sta lontano, non va neppure a votare. Ecco, su questo fronte c’è molto da lavorare”.