A Inveruno, nel Milanese, si indaga su una serie di incendi dolosi, forse riconducibili alla criminalità organizzata. Nella cittadina dell’hinterland, nel 2009, esponenti vicini a famiglie mafiose cercarono di truccare le elezioni comunali, vendendo un pacchetto di ‘voti sporchi’

20 MARZO 2017

di Redazione

INVERUNO (MILANO) – In una notte di inizio marzo, a Inveruno, nel Milanese, un misterioso incendio distrugge un’automobile parcheggiata in via Michelangelo Buonarroti. Sono circa le 23, quando la vettura, un’Audi, prende fuoco nei pressi dell’istituto superiore Lombardini. Le fiamme avvolgono completamente il veicolo: immediato l’allarme alla sala operativa del 115, che in pochi minuti invia sul posto un’autopompa dei vigili del fuoco volontari di Inveruno. Presente, a scopo precauzionale, anche un’ambulanza del Cvps di Arluno, anche se alla fine nessuno rimane ferito. ‘Solo’ un veicolo completamente distrutto.

I precedenti

L’episodio è inquietante, e si va ad aggiungere ai tanti casi di vetture incendiate che, da un anno a questa parte, interessano l’Altomilanese. A cominciare da Magenta, dove è stata accertata la natura dolosa in almeno due casi (sempre auto bruciate) in un mese. Ma anche a Inveruno si sono registrati, negli anni passati, episodi dello stesso tenore. Mezzi incendiati e cassonetti bruciati nella zona del vecchio campo sportivo. L’episodio più allarmante, tuttavia, risale al 2010, quando una vettura della polizia locale andò a fuoco nel tardo pomeriggio del 14 gennaio.

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Le indagini

L’ipotesi principale su cui oggi indagano i carabinieri di Cuggiono è quella del piromane: gli indizi raccolti suggerirebbero la mano di una sola persona. Ma è una pista che non convince, perché gli episodi sono molteplici e dietro di essi si staglia l’ombra della malavita organizzata, che peraltro non sarebbe una novità a Inveruno, dove nel 2009 esponenti riconducibili ad ambienti mafiosi cercarono persino di truccare le elezioni comunali. I giornalisti Ersilio Mattioni e Francesco Colombo, che sollevarono il caso, furono denunciati e poi prosciolti dal Giudice per le indagini preliminari, che riconobbe “la rilevanza giudiziaria” dell’inchiesta giornalistica. Anche per questo non è strano, oggi, cercare una spiegazione diversa dal solito piromane dietro gli incendi dolosi.