Domenico ‘Mimmo’ Cutrì, 40 anni, di Inveruno, potrebbe presto riassaporare la libertà. Nel 2006 uccise un ragazzo per gelosia, nel 2014 evase dopo una sparatoria con le guardie carcerarie
INVERUNO (MILANO) – Assolto nei giorni scorsi per droga dopo una condanna a 4 anni e 6 mesi in primo grado. Domenico ‘Mimmo’ Cutrì – condannato in via definita per omicidio – potrebbe uscire definitivamente dal carcere nel 2029. Ma potrebbe ottenere i primi benefici dell’affidamento in prova ai Servizi sociali già nel 2025, tra 2 anni.
L’omicidio
Si avvia alla conclusione una lunga e complessa vicenda giudiziaria. Al centro il 40enne di Inveruno, difeso dall’avvocato Roberto Grittini, protagonista nel febbraio del 2014 della rocambolesca evasione dal Tribunale di Gallarate. Cutrì all’epoca si trovava in carcere per l’omicidio di un giovane magazziniere polacco. Fu ucciso a colpi di pistola a Trecate, a soli 22 anni, nell’estate del 2006. Secondo la Procura, Cutrì aveva assoldato un killer amico per ammazzarlo, dopo che il ragazzo aveva fatto degli apprezzamenti alla sua fidanzata. Una tesi accusatoria condivisa dai giudici di primo e secondo grado. Nel 2011 Mimmo viene condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Novara, pena confermata anche dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino nel dicembre 2012.
L’evasione
In quel momento che matura il desidero di vendetta dei fratelli di Cutrì, Antonino e Daniele, per una condanna a loro dire ingiusta e sproporzionata. Il piano per far evadere Mimmo, a sua insaputa, prende corpo il 4 febbraio 2014 fuori dal Tribunale di Gallarate. Il 40enne è atteso come imputato in un processo per assegni falsi: una banda di 4 persone fa fuoco contro gli agenti della polizia penitenziaria e riesce a fuggire con Cutrì. Nell’agguato perde la vita il fratello di Mimmo, l’allora 30enne Antonino. Raggiunto per sbaglio dal fuoco amico nel caos della sparatoria e scaricato senza vita davanti all’ospedale di Magenta.
Il nuovo arresto
Il latitante Cutrì viene poi arrestato sei giorni dopo dai reparti speciali dei Carabinieri in centro a Inveruno. E’ in una casa abbandonata senza luce, acqua e gas in via Villoresi. sul comodino una pistola con il colpo in canna e alcune dosi di marijuana. Per l’evasione ‘Mimmo’ patteggia 2 anni in Tribunale a Busto Arsizio ed è proprio in quel frangente, di fronte al Pm Raffaella Zappatini, che si redime e racconta un’altra verità sull’omicidio di Trecate.
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La confessione di Cutrì
“Non sono il mandante del delitto, bensì l’esecutore materiale. Ho premuto io il grilletto”. Una confessione che, di fatto, costringe la Cassazione a far celebrare un nuovo processo: l’ergastolo viene cancellato e Cutrì viene definitivamente condannato a 26 anni di reclusione nel gennaio del 2016, ai quali si sommano appunto i 24 mesi per l’evasione.
L’assoluzione
Ma nei giorni scorsi il 40enne, in carcere dal 2009 e oggi detenuto in una comunità in Umbria, è stato assolto dall’accusa di spaccio dalla Corte d’Appello di Milano, dopo una prima condanna a 4 anni e mezzo. In considerazione dei calcoli sulla pena residua e sugli sconti di pena previsti dalla legge, è del tutto verosimile pensare che Cutrì – che nel frattempo è cambiato e pare sia diventato un uomo nuovo – possa godere dei primi benefici dell’affidamento in prova nel 2025 e che nel 2029 scatti la fine della pena.
La nuova vita
E così forse, all’età di appena 43 anni, l’ex latitante ed ex ergastolano – anche grazie alla linea difensiva dell’avvocato Grittini – potrebbe riassaporare la libertà. Cutrì potrebbe cioè iniziare a costruirsi una nuova vita, si spera lontano dai guai.