“Soggetti contigui alla ‘Ndnrangheta”, questi gli uomini a cui Paola Galliani, imprenditrice di Legnano, nel Milanese, ha chiesto aiuto per la riscossione di un credito

2 OTTOBRE 2018

di Andrea Cattaneo

LEGNANO (MILANO) – La ‘ndrangheta al servizio delle imprese e dei professionisti. Non è più una novità, da anni ormai si parla di questo cambio di tendenza: non sono più i mafiosi a cercare gli imprenditori, ma sono i professionisti a cercare il favore delle organizzazioni mafiose. Una dinamica molto inquietante messa in luce dall’ultima inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, coordinata dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci, dai sostituti Alessandra Cerreti e Cecilia Vassena. Le manette sono scattate alle prime ore di Martedì 2 ottobre, a Legnano, nel Milanese. L’ordinanza ha riguardato l’imprenditrice Paola Galliani e il suo collaboratore Enrico Verità, con loro figurano anche Massimo Emiliano Ferraro, Federico Ciliberto e Giuseppe Morabito, classe ’69. L’accusa mossa nei loro confronti è di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

La trappola

Le indagini hanno portato alla luce come sia stata l’imprenditrice legnanese a cercare il favore e l’intervento di soggetti “contigui alla ‘Ndrangheta e riconducibili alle potenti famiglie dei Pesce e dei Bellocco di Rosarno”. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Galliani e Verità avrebbero attirato la vittima, creditore nei loro confronti di un’ingente somma, nello studio di Legnano dove poi sarebbe avvenuto l’agguato. I tre uomini, Ciliberto, Morabito e Ferraro, si sarebbero presentati all’appuntamento dove, dopo averlo circondato, hanno minacciato e ripetutamente picchiato il malcapitato debitore. Per i militari non ci sono dubbi sui metodi utilizzati per convincere l’uomo a pagare, in diverse occasioni, infatti, gli indagati “hanno fatto riferimento alle proprie origini e alla loro contiguità con la ‘ndrangheta”.Non è la prima volta che si parla di imprenditori alla ricerca di favori e servizi, per così dire, della malavita organizzata, ma è forse la prima volta che un’indagine mette a nudo questa insana partnership. Galliani, intercettata al telefono, viene registrata mentre definisce i tre uomini assoldati “castigamatti” e, forse irritata per il debito non ancora saldato afferma: “ora scateno la belva”.

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Volti noti

Gli arresti di martedì nascono dalla prosecuzione delle operazioni ‘Linfa’ e ‘Kerina 2’ che, nei mesi scorsi, hanno portato complessivamente al sequestro di oltre 150 kg di sostanza stupefacente ed all’arresto di 17 persone, principalmente di origini calabresi, per associazione finalizzata al traffico e alla detenzione di sostanze stupefacenti. Lo scorso 27 gennaio è finito in manette anche Edoardo Novella, figlio di Carmelo, già reggente della struttura di ‘ndrangheta denominata ‘Lombardia’. Il padre, indiscusso boss della ‘ndrangheta al nord è stato ucciso in un agguato il 14 luglio 2008 a San Vittore Olona. Secondo la procura il giovane Edoardo, ha invece “rivestito un ruolo di rilievo all’interno dell’organizzazione” alla quale aveva messo a disposizione i locali di una società di Legnano a lui riconducibile, per la gestione del traffico di droga.