Il caso di don Ruggero Conti, che abusò di ragazzini minorenni, continua a essere ignorato dalla chiesa
22 FEBBRAIO 2016
LEGNANO (MILANO) – Abusi sessuali su ragazzini della parrocchia: le famiglie delle vittime ora chiedono a don Ruggero Conti un risarcimento danni di oltre 10 milioni di euro. Il sacerdote – originario di Legnano, dove è stato animatore all’oratorio di San Magno e docente di educazione sessuale alle scuole Bonvesin de la Riva – è stato condannato settimana scorsa a 14 anni di carcere con sentenza definitiva della Corte di Cassazione al termine di un lungo e complesso iter giudiziario.
Quantificare i danni
Don Ruggero, che passerà un anno in convento e poi finirà in carcere, era conosciuto nel territorio: negli anni Ottanta insegnava e faceva l’educatore in oratorio a Legnano e, anche quando era parroco vicino a Roma, tornava spesso in città per celebrare matrimoni o impartire altri sacramenti. Chiuso il processo penale, dunque, per l’ex sacerdote si apre un nuovo capitolo: quello del processo civile, dove un altro Giudice dovrà quantificare i danni subiti dalle vittime degli abusi avvenuti tra il 1998 e il 2008 a Roma, quando il legnanese era parroco alla Natività di Maria Santissima di Selva Candida. Occorre specificare che, proprio in sede civile, il processo era già stato avviato nel 2011 ma era stato poi congelato in attesa della sentenza penale definitiva di terzo grado. Ora gli avvocati delle vittime hanno chiesto al Tribunale civile di far ripartire il procedimento avviato 5 anni fa.
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Richieste pesanti
Le richieste sono pesanti. “Il risarcimento totale chiesto a don Ruggero Conti – spiega l’avvocato Fabrizio Gallo del foro di Roma, difensore di una delle vittime – supera i 10 milioni di euro. Qualcuno ha chiesto un milione, altri un milione e mezzo. Tra le vittime c’è un ragazzo che è ancora minorenne e con una sentenza penale di condanna così netta non credo si avrà difficoltà a ottenere giustizia”. Da parte della Chiesa, finora, nessuno si è ancora fatto vivo. “In tutti questi anni – ha continuato l’avvocato Gallo – non c’è mai stato un contatto e le nostre richieste sono state ignorate. Attendiamo la data dell’udienza, se ne riparlerà al processo”.