Allarme lanciato dall’ospedale San Paolo di Milano, a Treviso mamma 13enne non riconosce il bimbo e la dà in adozione, Regione Lombardia tagli i fondi al progetto di sostegno. Intanto ci si chiede manchi un’informazione seria, nelle famiglie e nelle scuole su contraccezione e profilassi. Dal 2010 a oggi le minorenni che restano incinte sono il 31% in più
22 MARZO 2016
MILANO – Dal 2010 a oggi le adolescenti che diventano mamme sono aumentate del 31% e nella sola Lombardia sono, ogni anno, 2.600. L’allarme è stato lanciato dall’ospedale San Paolo di Milano: “Necessitano di un supporto, ma mancano i fondi”, dice Margherita Moioli, referente del progetto S.a.g.a., chiarendo che al San Paolo da due mesi cinque persone (un medico, due terapiste e due psicologi) lavorano come se fossero volontari. Il servizio era stato avviato nel 2012 grazie al contributo di Fondazione Cariplo.
Lo stop di Regione Lombardia
Poi, dal 2014, se n’è fatta carico Regione Lombardia, fino a dicembre, quando è scaduta la convenzione che non è stata rinnovata, nonostante i proclemi roboanti della giunta lombarda sul sostegno a maternità e famiglia. Eppure non servono ingenti cifre: basterebbero 110.000 euro l’anno. Intanto, in mezzo alle difficoltà, gli operatori continuano a seguire le ragazzine per anni, anche dopo il parto. Altri servizi sono invece stati ridotti o eliminati. La storia, raccontata in un bell’articolo di Elisabetta Andreis su Corriere della Sera, apre una riflessione sul costante aumento delle maternità precoci.
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Mamma a 13 anni
E’ di oggi la notizia che una ragazzina di 13 anni di Treviso è rimasta incinta e ha deciso di portare a termine la gravidanza. Troppo giovane per tenere il bimbo, lo ha dato in adozione lasciandolo in ospedale, non riconoscendolo e rimanendo così nell’anonimato, possibbilità offerta dalla legge.
Profilassi sconosciuta
Forse, prima di avviare un dibattito sugli aiuti economici alle baby mamme, sarebbe utile avviarne uno sulla profilassi, perché nel 2016 ancora non si è diffuso l’uso dei contraccettivi. Il che è preoccupante. Difficile rintracciarne le ragioni. Verrebbe da dire che la colpa è di una nazione bigotta, dove manca l’informazione in famiglia e nelle scuole. E’ indubbiamente vero, ma non basta a spiegare il fenomeno delle maternità precoci, se pensiamo che gli stessi dati (spesso superiori a quelli italiani) si registrano nelle nazioni avanzate dell’Europa del Nord, dove invece abbondano le campagne sulla contraccezione e dove, soprattutto, pillola e profilattici sono distribuiti gratis.