Sentenza destinata a fare storia, quella della Corte d’Appello di Milano: a 3.000 pendolari, che avevano avviato una ‘class action’ contro TreNord per i continui ritardi e disagi, sono stati riconosciuti 300.000 euro per i danni subiti
25 AGOSTO 2017
MILANO- La Corte d’Appello di Milano, con una sentenza destinata a fare storia, riconosce la fondatezza della ‘class action’ promossa dai pendolari, attraverso Altroconsumo, contro TreNord, la società pubblica controllata da Regione Lombardia, che si occupa del trasporto su rotaia. I giudici hanno stabilito che TreNord dovrà corrispondere la cifra di 300.000 euro a 3.018 pendolari per i gravi disagi subiti nel dicembre 2012.
La sentenza
A pesare sulla decisione del tribunale sono stati i troppi disagi: soppressioni, cancellazioni e ritardi inaccettabili, che hanno reso il viaggio in treno un vero e proprio calvario. “I disservizi inflitti agli utenti dalla compagnia ferroviaria nel dicembre 2012 furono gravissimi – spiega Altroconsumo – saltò tutto il sistema di trasporto su rotaie, treni cancellati e i pochi rimasti diventati carri presi d’assalto, corse dirottate, ritardi, mancanza di informazioni per i circa 700.000 i pendolari lombardi coinvolti in quelle giornate di caos”. Preoccupazione al Pirellone, perché la situazione negli anni successivi al 2012 non è affatto migliorata. Basti pensare che lo scorso giugno 16 linee del trasporto regionale su un totale di 40 hanno subito disagi.
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Problemi irrisolti
La sentenza della Corte di Appello di Milano suona dunque come un campanello d’allarme: è la prima volta che una class action di pendolari trova accoglimento in tribunale. A questo punto molte altre ne potrebbero seguire. Sempre che Regione Lombardia non deciderà di prendere di petto l’annoso tema del trasporto su rotaia, senza limitarsi ad annunciare l’acquisto di 160 nuovi treni in tempi lunghissimi e intervenendo subito sulle infrastrutture, perché i problemi più seri sono legati alla cattiva manutenzione della rete, delle stazioni, dei troppi passaggi a livello ancora da interrare.