La ditta siciliana fu colpita da un’interdittiva anti mafia per un lavoro in Abruzzo. La giunta comunale cercò una soluzione, ma oggi non resta altro che revocare l’appalto e indire una nuova gara. L’amarezza del sindaco per tre anni di tempo perso

di Ersilio Mattioni

VILLA CORTESE (MILANO) – Mafia e appalti, alla fine il sindaco Alessandro Barlocco e la sua giunta sono arresi: la costruzione delle nuove scuole si allontana e cresce il rischio di dover ricominciare da zero. Con un atto dell’ufficio tecnico – pubblicato sul sito del Comune come un fulmine a ciel sereno – il Comune prende atto che “come affermato da costante giurisprudenza, che l’interdittiva anti mafia (che ha colpito la ditta appaltatrice, ndr), determina, nei confronti del destinatario, una condizione di incapacità giuridica a contrattare con la pubblica amministrazione”. E di conseguenza “risolve il contratto di appalto per la realizzazione del nuovo complesso scolastico – scuola primaria e palestra di Villa Cortese, stipulato il 5 maggio 2020”.

LEGGI IL DOCUMENTO SULLA REVOCA DELL’APPALTO

L’interdittiva anti mafia

Lo scorso ottobre 2020, quando i lavori erano in procinto di cominciare, il cantiere si bloccò perché la ditta aggiudicataria dell’appalto da 7,5 milioni di euro (la ‘Corsaro Costruzioni Srl’, con sede ad Adrano, in provincia di Catania) era stata colpita da un’interdittiva anti mafia. A generare il provvedimento della Prefettura de L’Aquila era stato un altro cantiere, sempre della ‘Corsaro’, in Abruzzo. L’azienda era però stata costretta a interrompere l’attività in tutta Italia, compreso Villa Cortese.

Smantellare il cantiere

L’amministrazione Barlocco, estranea ai fatti e costretta a gestire un’emergenza non sua, aveva cercato una soluzione. Dapprima aveva atteso l’esito del ricorso della ‘Corsaro’ e poi, di fronte al prolungarsi della vicenda, aveva cominciato a ragionare su ipotesi alternative. Ma non c’è stato nulla da fare. Tanto che oggi il Comune “intima alle imprese appaltatrici il ripiegamento del cantiere e lo sgombero delle aree di lavoro e delle relative pertinenze entro un congruo termine”, aggiungendo che, in caso contrario, “provvederà d’ufficio, addebitando i relativi oneri e spese alle ditte appaltatrici”.

Le due ipotesi

Si apre ora un capito denso di incognite, perché non è ancora chiaro come il Comune potrà agire. Due le ipotesi. La prima: chiedere al secondo classificato alla gara del 2020 di subentrare nei lavori e portare a termine il plesso scolastico. La seconda: indire una nuova gara d’appalto, cioè ricominciare da zero.

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L’opposizione: “Non sapevamo nulla”

Nel frattempo filtra un certo fastidio tra i consiglieri d’opposizione di centrodestra, che hanno appreso della revoca dell’appalto sull’albo pretorio del Comune, nonostante il sindaco si fosse impegnato a tenere la minoranza al corrente circa gli sviluppi della delicata questione. “Non ne sapevamo nulla”, ha detto il consigliere di Forza Italia, Alessandro De Vito. Il quale tuttavia non ha voluto rendere altre dichiarazioni, prima di un chiarimento istituzionale.