Il ‘Movimento Agende Rosse’ di Salvatore Borsellino, con una raccolta firme, chiede al direttore generale Mario Orfeo di trasmettere ‘La Trattativa’ di Sabina Guzzanti sulle reti Rai

2 MAGGIO 2018

di Alessandro Boldrini

ROMA – L’iniziativa è nata da pochissimi giorni, ma più di 10.000 persone hanno già aderito. Stiamo parlando della petizione lanciata dal ‘Movimento Agende Rosse’ sulla piattaforma online Change.org, indirizzata al direttore generale della Rai, Mario Orfeo, per far sì che venga trasmesso dall’emittente radiotelevisivo nazionale il film-documentario La Trattativa, di Sabina Guzzanti.

Le ‘Agende Rosse’

Il Movimento, fondato da Salvatore Borsellino nel luglio del 2007, riunisce tutti i cittadini italiani che ancora oggi chiedono che venga fatta luce sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio, in cui persero la vita i magistrati antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

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La trattativa Stato-mafia

L’appello delle ‘Agende Rosse’ è ben chiaro: ora che anche una sentenza della Corte d’Assise di Palermo ha stabilito che pezzi dello Stato e mafiosi di ‘Cosa Nostra’ intavolarono una trattativa per far cessare il periodo stragista inaugurato dalle bombe siciliane del 1992 (continuato poi per tutto il 1993 con gli attentati di Milano, Roma e Firenze), tutti gli italiani devono essere messi di fronte alla verità. E quale metodo migliore se non trasmettendo un film-documentario dettagliato della vicenda sulle principali reti televisive nazionali? La Trattativa di Sabina Guzzanti, infatti, non è soltanto un ottimo prodotto cinematografico, ma anche un preciso affresco di una delle pagine più buie della nostra Repubblica.

Il film

La pellicola, della durata complessiva di 108 minuti, ha debuttato nelle sale italiane nel 2014 e racconta lo sviluppo delle vicende processuali a partire dal ‘pentimento’ del collaboratore di giustizia (ed ex boss stragista) Gaspare Spatuzza (interpretato da Enzo Lombardo), avvenuto nel 2008: grazie alle sue pesanti dichiarazioni, i magistrati siciliani, guidati dal Pm Nino Di Matteo, possono quindi istruire un lungo processo, arrivato solo oggi a sentenza dopo 5 anni e 6 mesi di udienze e 5 giorni di camera di consiglio. Per tutta la durata del film, dunque, attori e attrici interpretano alcune figure chiave del periodo in esame: mafiosi, massoni, agenti dei servizi segreti, alti ufficiali (ad esempio il colonnello dei Ros Mario Mori – impersonato da Sergio Pierattini), magistrati, politici (come l’ex sindaco democristiano di Palermo don Vito Ciancimino e il figlio Massimo – interpretati rispettivamente da Franz Cantalupo e Filippo Luna), vittime e persone oneste. La stessa Sabina Guzzanti, ideatrice e regista del film, fa la sua comparsa in alcuni brevi cameo, nei panni di Silvio Berlusconi.