Dagli affari nei parcheggi attorno a Malpensa ai pasticci politici: condannato a 8 anni di prigione anche un ex consigliere comunale di Fratelli d’Italia. Assolto l’ex perito del Tribunale di Busto Arsizio, che però è già stato riarrestato pochi giorni fa

8 SETTEMBRE 2020

di Ersilio Mattioni

MILANO – Condanne fino ai 18 anni di carcere nel processo con rito abbreviato nei confronti di 25 imputati accusati di essere esponenti della ‘ndrangheta attivi tra Legnano e Lonate Pozzolo.

Le accuse

Secondo la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia di Milano il gruppo criminale aveva fatto affari illeciti con i parcheggi attorno all’aeroporto di Malpensa.

La sentenza

Il Gup di Anna Magelli ha accolto in sostanza le richieste dei Pm della Dda, Cecilia Vassena e Alessadra Cerreti, titolari dell’inchiesta che aveva disarticolato la locale legata alla cosca Farao-Marincola di Cirò Marina (in provincia di Crotone).

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Le condanne

Nella tarda mattinata di oggi, nell’aula bunker di piazza Filangieri, il Gup ha letto le condanne: 18 anni di carcere per il presunto boss Mario Filippelli (molto noto a Inveruno, nel Milanese); 14 anni e 8 mesi per il capo della locale di Legnano-Lonate Pozzolo Vincenzo Rispoli; 8 anni e 8 mesi all’ex consigliere comunale di Fratelli’D’Italia a Ferno (Varese) Enzo Misiano.

Sconti di pena

Tra i 22 condannati, in misura più lieve, anche Emanuele De Castro e il figlio Salvatore (rispettivamente a 5 anni e 2 anni e 2 mesi), i quali dopo essere finiti agli arresti nel luglio 2019 nell’ambito dell’operazione Krimisia, avevano deciso di collaborare con gli inquirenti, fornendo elementi decisivi, anche ad aprire nuovi filoni d’inchiesta.

Aggravante mafiosa

Per coloro che rispondono di associazione di stampo mafioso è stata disposta la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di 3 anni.

Le assoluzioni

Il Gup ha infine dichiarato il non doversi procedere per 2 imputati: rispondevano del reato di estorsione ma lo stesso era stato riqualificato in percosse. Non essendo stata presentata, contro di loro, alcuna denuncia, vengono a mancare le condizioni per procedere.

Il fatto non sussiste

Assolto invece, perché il fatto non sussiste, Giovanni Vincenzino, l’investigatore privato e per anni un consulente esterno della Procura della Repubblica di Busto Arsizio e di quella di Varese, il quale però è stato riarrestato qualche giorno fa nell’inchiesta Krimisa2.