L’ex primo cittadino e attuale assessore regionale non dimentica la sua città: Magenta, che tra un anno va al voto. Luca Del Gobbo sarebbe pronto a scendere in campo per la terza volta, dopo aver fatto il sindaco dal 2002 al 2012. Ma la vecchia classe dirigente di centrodestra lo teme. Le strategie e i retroscena
16 APRILE 2016
MAGENTA (MILANO) – “Conviene buttare un occhio a Magenta, ora mi ci metto”. Sarebbe questa la frase che Luca Del Gobbo (sindaco dal 2002 al 2012 e oggi assessore in Regione con il Nuovo Centrodestra) ha pronunciato in presenza di pochi e fidati amici. Una frase che apre uno scenario inedito, per capire il quale bisogna fare una premessa. In Regione Lombardia le cose non vanno bene: scandali, arresti, corruzione e voci insistenti di nuove imminenti inchieste che darebbero il colpo di grazia alla già traballante giunta di Roberto Maroni. E anche se ciò non avvenisse e si andasse a scadenza naturale (2018), che fine farebbe il Nuovo Centrodestra? Oggi il partito nato dalla scissione con il Pdl vanta 9 consiglieri, ma percentualmente vale qualche punticino al massimo. Va da sé che, in caso di elezioni, faticherebbe a eleggere un solo rappresentante. Ben inteso, non c’entra solo la situazione critica al Pirellone. Nella decisione di Del Gobbo pesa anche l’appartenenza alla sua città e la necessità di evitare la deriva del centrodestra. Ecco perché l’ex sindaco potrebbe candidarsi per la terza volta a guidare Magenta.
Il sondaggio
Un recente sondaggio, peraltro, gli sorride: livello alto di popolarità, livello più che buono di affidabilità. Super Luca, in altre parole, è l’unico che può battere Marco Invernizzi e il suo Pd. Eppure sono proprio queste eccellenti condizioni di partenza i principali ostacoli. Paradossale? No, se ragionate con la logica della ‘vecchia’ e inadeguata classe dirigente di centrodestra. Da Felice Sgarella, passando per Tino Viglio e fino al giovane (si fa per dire, perché fa politica da vent’anni) e rampante leghista Simone Gelli, sono tutti preoccupati del ritorno di Del Gobbo. Per due ragioni. La prima: se l’ex sindaco dà la sua disponibilità a candidarsi, chi potrebbe dirgli di ‘no’, considerate le sue chance di vittoria? La seconda: se Del Gobbo poi vince davvero, chi assicura un posticino a questi ‘dinosauri’, dal momento che l’attuale assessore regionale ha già parlato di rinnovamento radicale dell’establishment della coalizione?
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Il boicottaggio
Da ciò il piano segreto per boicottare il bis di Super Luca: ci sarebbe già stata una riunione ‘carbonara’ per mettere in campo una serie di ragioni che renderebbero la ricandidatura di Del Gobbo impossibile: il fatto che il Nuovo Centrodestra, a Roma, sta al governo con Matteo Renzi, per esempio. Fuffa, a conti fatti. Però è un segno evidente dell’aria che si respira dentro Forza Italia e Lega Nord: meglio perdere pur conversando qualche seggiola piuttosto che vincere facendo un passo indietro.
La strategia
Del Gobbo però mastica di politica. E ha capito perfettamente che non sarà una passeggiata tornare a essere il leader di una coalizione in crisi di idee e consensi. Così si sta attrezzando. Del resto, in città, può contare su tanti amici (sia tra i militanti dei partiti sia negli ambienti che contano) e può inoltre avere un dialogo privilegiato con i leader lombardi e nazionali delle forze politiche di centrodestra, proprio in virtù del suo ruolo in Regione. Sono queste le carte vincenti della strategia dell’ex sindaco, che vedremo meglio delineata nei prossimi mesi.