La prefettura di Milano manda altri profughi a Magenta, ma non avvisa il sindaco. Che stavolta si arrabbia e oppone un secco ‘no’. Intanto né Caritas né Coop Intrecci vogliano dire come spendono i milioni di euro incassati dallo Stato per la gestione dei rifugiati. Una mancanza assoluta di trasparenza, che fa riflettere
9 LUGLIO 2016
MAGENTA (MILANO) – “Informiamo i cittadini di aver appreso di un possibile nuovo arrivo di richiedenti asilo in una struttura privata del nostro comune. Ci siamo attivati immediatamente per contattare la Prefettura al fine di esporre la nostra assoluta contrarietà a questa ipotesi. Premesso che il valore dell’accoglienza è per noi irrinunciabile, siamo convinti che Magenta si troverebbe in difficoltà nel vedere nuovi ospiti sul suo territorio, essendo una città già fortemente impegnata nell’accoglienza di 100 migranti”. Il sindaco Pd Marco Invernizzi, che fece dell’accoglienza una bandiera sfidando razzismi, xenofobie e impopolarità, stavolta dice ‘no’.
La polemica con il prefetto
Ed è un ‘no’ infastidito, quello dell’amministrazione di centrosinistra, perché per l’ennesima volta nessuno ha avvisato la giunta di questa ipotesi. “Con il nuovo insediamento – continua Invernizzi – verrebbero meno le condizioni per una giusta ospitalità, ciò anche a danno degli attuali richiedenti asilo presenti nel centro ‘La Vincenziana’ di Via Casati”. Poi la stoccata: “Constatiamo con rammarico che, ancora una volta, abbiamo appreso in via non ufficiale di un evento fortemente significativo per Magenta. Come da accordi presi nell’ultimo consiglio comunale, forniremo le informazioni da noi in possesso e quelle che avremo dal prefetto di Milano, ai capigruppo consiliari nel corso della riunione già convocata per lunedì pomeriggio. Contestualmente ci impegniamo a fornire tempestive notizie alla Città sull’evoluzione della situazione”.
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Regna l’incertezza
In realtà le decisioni della prefettura sono spesso semplici comunicazioni. E trattandosi di una struttura privata (non più ‘La Vincenzana’, ma un’altra non ancora resa nota) non serve il permesso del sindaco per insediare altri profughi. Ne consegue che nessuno sa se i nuovi richiedenti asilo arriveranno in città oppure se il ‘no’ della giunta Pd farà cambiare idea al prefetto Alessandro Marangoni. Una situazione incresciosa, perché da un lato la prefettura scavalca continuamente le istituzioni locali e dall’altro la Caritas, attraverso la cooperativa Intrecci, decide in autonomia quanti migranti accogliere, con conseguenti soldi pubblici incassati (34 euro al giorno per ogni migrante), sul cui utilizzo sia Caritas sia Intrecci si rifiutano di chiarire.