Tra le vittime della ‘mantide’, che stordiva gli uomini per poi derubarli, anche un marcallese. Mano pesante della Procura. Ora decideranno i guidici

di Attilio Mattioni

MARCALLO (MILANO) – La Procura di Monza ha chiesto una condanna a 15 anni di carcere per Tiziana Morandi, la 48 enne di Roncello (Monza), ribattezzata “la mantide della Brianza”: tra le sue vittime anche un marcallese. La donna è a processo con l’accusa di aver adescato almeno 10 uomini dai 27 agli 84 anni, per poi derubarli dopo averli narcotizzati.

Tra le vittime un marcallese

Tra le sue presunte vittime c’è anche un uomo originario di Marcallo. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, l’uomo avrebbe conosciuto la 48enne su internet e sarebbe andato a trovarla a casa sua in Brianza.

La ‘mantide’ e la bevanda avvelenata

La ‘mantide’ avrebbe offerto al marcallese una bevanda che lui avrebbe accettato; poi qualcosa deve aver insospettito l’uomo che avrebbe lasciato l’abitazione per poi accusare un malore lungo il tragitto verso casa che lo avrebbe indotto a recarsi al Pronto soccorso. In un primo momento, il marcallese non avrebbe messo in relazione il malore con la visita a casa della 48enne: i sospetti sarebbero emersi soltanto dopo che la vicenda della presunta ‘mantide’ è diventata pubblica.

Le denunce

La donna era stata scoperta dopo la denuncia ai Carabinieri di uno degli uomini da lei raggirati. Per adescarli avrebbe utilizzato annunci per massaggi, mentre quando avvicinava uomini più anziani avrebbe finto di raccogliere soldi per cause solidali. A quel punto, secondo le indagini, li narcotizzava con le benzodiazepine e li rapinava.

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Il processo

In aula, il pubblico ministero Carlo Cinque, titolare del fascicolo dell’inchiesta a carico della donna su cui pendono 21 capi di imputazione che vanno dalla rapina, alle lesioni, al procurato stato di incapacità̀ e che è in carcere dal luglio scorso, ha detto che “è stato solo un caso che nessuna delle sue vittime sia morta”. Per questo ha chiesto al Tribunale di condannarla a 15 anni di carcere, oltre che a tre mesi di libertà vigilata a fine pena. La difesa di Tiziana Morandi ha chiesto invece l’assoluzione per insufficienza di prove.