Chiude le figlie di 4 a 9 anni sul balcone, picchia la moglie e la obbliga a fare sesso dopo le botte: “Sei la mia schiava”. E’ quanto si legge nella denuncia contro un 35enne albanese, titolare di un locale a Mesero, nel Milanese
MESERO (MILANO) – Per 3 anni ha picchiato, insultato e umiliato la moglie in casa, alla presenza delle figlie di 4 e 9 anni, arrivando anche alle minacce di morte e trattandola da schiava. Ora il gip di Milano, Guido Salvini, ha disposto per lui – un 35enne albanese residente a Mesero, nel Milanese – la misura dell’allontanamento dalla casa familiare, del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati e di comunicazione con la vittima.
Maltrattamenti e lesioni
L’uomo, titolare di un noto locale del centro di Mesero, è indagato per maltrattamenti in famiglia e per lesioni personali aggravate, ai sensi degli articoli 572, 582 e 585 del codice penale. La vittima, nel frattempo, è fuggita in un luogo sicuro, anche grazie alle Forze dell’ordine, che sono intervenute per mettere in sicurezza la 32enne e le sue due figliolette.
Minacce di morte
Devastante il quadro che emerge dalle pagine dell’ordinanza del Tribunale di Milano, emessa il 29 novembre. Secondo la ricostruzione della Procura, che comunque sarà da provare in giudizio, il 35enne era solito aggredire la moglie “con frequenza pressoché quotidiana”: ingiurie e minacce di morte, rivolte anche alle bambine, anche con l’uso di una pistola semiautomatica e di un paio di manette. “Vi sbatto fuori di casa e poi vi uccido”, avrebbe urlato l’uomo alla compagna e alle figlie, in un caso chiuse fuori sul balcone mentre menava la donna.
“Sei la mia schiava”
E poi, le botte: pugni e schiaffi, senza che la donna purtroppo abbia mai trovato il coraggio di reagire. Folle, inoltre, la gelosia che l’indagato nutriva nei confronti della compagna che professava di amare: “Tu sei la mia schiava”, le diceva, per poi controllarla “ossessivamente”, impedendole di dormire con le figlie e obbligandola ad avere rapporti intimi anche dopo le percosse e le minacce di morte.
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La denuncia
L’uomo, come se non bastasse, beveva molto e la denigrava in continuazione, anche di fronte agli amici e ai clienti della sua attività. Era diventato violento, quasi ossessionato dalla volontà di prevaricare e vessare la moglie. Fino a quando la donna, dopo l’ennesimo episodio di violenza, ha avuto il coraggio di denunciare e di rivolgersi ai Carabinieri, lo scorso 19 ottobre.
La difesa
“Prendere per buono tutto quello che viene raccontato – dichiara il legale difensore del 35enne, Roberto Grittini – in assenza di riscontri oggettivi, è una stortura giuridica. La misura applicata è un non senso. Imporre l’allontanamento dalla casa familiare del mio cliente, che è l’unico che la abita dopo che la moglie se n’è andata da oltre un mese, la dice lunga rispetto a quelle che sono le indagini successiva alla denuncia. Ricorreremo – conclude l’avvocato – al Tribunale del Riesame”.