Il consiglio comunale di Milano ha bocciato la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta per fare luce sul buco da 32 milioni di euro nei conti di Expo 2016, che imbarazza il candidato sindaco Sala. Si è votato a scrutinio segreto: servivano 25 sì, ne sono arrivati solo 24. Si replica giovedì 4 marzo con una nuova votazione

1 MARZO 2017

di Redazione

MILANO – Alla fine i voti a favore sono stati 24, mentre ne servivano 25. Così il consiglio comunale ha bocciato la commissione d’inchiesta sui conti di Expo 2015. Per ora, perché giovedì 1 marzo ci sarà una nuova votazione. Ma la sensazione è che il Pd voglia blindare i bilanci del grande evento allo scopo di blindare il candidato sindaco Giuseppe Sala, colui che quell’evento gestì e che oggi è il candidato sindaco del centrosinistra. Ed è pure in imbarazzo, dopo l’affondo di Corrado Passera (pure lui fra i candidati sindaci) che accusa Sala di essere un bugiardo e di glissare sul buco Expo, che ammonterebbe a 32 milioni di euro.

La commissione d’inchiesta

I conti Expo irrompono nella campagna elettorale meneghina e saranno uno dei leit motiv del centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Terzo Polo e Lega Nord), che non a caso ha depositato la richiesta di istituire una commissione ad hoc, richiesta sostenuta anche dal Movimento 5 Stelle. Del resto, mentre si avvicina il giorno in cui il bilancio definitivo di Expo verrà consegnato e reso pubblico, è paradossale che nessuno sappia dire una parola definitive sullo stato delle entrate e delle uscite, soprattutto sull’esistenza o meno di questo buco. Secondo il centrodestra “la commissione avrà il compito di approfondire tutta la gestione di Expo 2015, in particolare tutti gli appalti, gli incarichi e i contratti gestiti dal commissario unico (Giuseppe Sala, ndr)”.

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L’interpretazione dei numeri

La polemica nasce da un verbale depositato due settimane fa, dal quale si evincerebbe una perdita di 32,6 milioni. Sala smentisce e non smentisce: “Quello che conta è il patrimonio netto, che è in attivo per 14,2 milioni”. Parole ambigue che, naturalmente, non sono sufficienti né a placare le polemiche a destra né a convincere gli scettici a sinistra. Infatti, anche se la commissione d’inchiesta è stata bocciata, la maggioranza è apparsa divisa tra quanti vogliono evitare una nuova bufera attorno a Sala e quanti ritengono invece che su Expo debba essere fatta chiarezza.

La giravolta di Majorino

Stupisce a questo proposito la giravolta dell’assessore Pierfrancesco Majorino. Era stato proprio lui, durante la campagna elettorale per le primarie, a usare toni perentori verso Sala, chiedendo chiarezza sui conti. Oggi afferma invece che “si tratta di un’iniziativa assolutamente strumentale che fa parte di un tentativo maldestro di colpire Sala: su Expo non c’è bisogno di alcuna commissione di inchiesta, a maggior ragione dopo l’ampia seduta di commissione consiliare sui conti Expo alcune settimane fa”. Miracoli di un ticket mai dichiarato che però tutti conoscono?

Il business dei terreni

Infine, i rapporti tra la società Expo (che gestì il grande evento) e la società Arexpo (che possiede le aree del sito Rho-Pero) devono ancora essere chiariti. Il timore di Passera, a questo proposito è chiaro: “Le operazioni di ingegneria finanziaria, come la fusione tra Arexpo ed Expo Spa potrebbero cancellare le prove delle perdite economiche provocate dalla non trasparente gestione Sala dell’Esposizione universale”.