Venerdì scorso, in via Satta a Milano, viene appiccato un incendio in una palazzina. Un uomo di 50 anni viene ritrovato con ustioni di terzo grado sul 90% del corpo, mentre sua moglie ne esce completamente illesa. Gli inquirenti indagano. E hanno un dubbio

11 APRILE 2016

di Laura Oldani

MILANO – Incendio nella palazzina di via Satta a Milano, nel quartiere di Quarto Oggiaro, il pomeriggio di venerdì 8 aprile, intorno alle 16,30. Coinvolti un uomo di 50 anni che oggi è in di vita, sua moglie che ne esce completamente illesa e il resto degli inquilini che vengono evacuati. Viene attivato il protocollo ‘maxi emergenza’, che prevede l’invio di 8 ambulanze e diverse camionette dei Vigili del fuoco. L’uomo, rinvenuto con ustioni di terzo grado su quasi tutto il corpo, viene colpito da arresto cardiaco e viene trasportato in codice rosso all’ospedale Niguarda. Ma perché si sviluppa l’incendio? Distrazione, corto circuito oppure c’è un dolo?

I retroscena

Gli inquirenti hanno un dubbio, cioè che quell’incendio sia stato appiccato di proposito e che il 50enne fosse la vittima predestinata. Ci sarebbe stato un piano, in altre parole, per ucciderlo. Un piano che stava per riuscire alle perfezione, se non fosse stato per il pronto intervento dei Vigili del fuoco e dei soccorsi sanitari. Dalla Procura nulla trapela e le indagini, del resto, sono in corso. Ma nessuno sembra credere alla fatalità.

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