Prima il ricovero al San Raffaele, poi d’urgenza alla Mangiagalli, dove una forte emorragia avrebbe stroncata la donna e i due feti di 300 grammi. Mentre i medici parlano di “tragica fatalità”, la Procura apre un’inchiesta, sequestra le cartelle cliniche e dispone l’autopsia
29 APRILE 2016
MILANO – Tragedia alla clinica Mangiagalli, dove Claudia Bordoni, 36 anni, incinta di due gemelli, è morta per una forte emorragia. Assieme alla giovane donna, originaria della provincia di Sondrio ma residente a Milano, sono morti anche i due feti, che pesavano 300 grammi ciascuno. Ma i dettagli di questa dolorosa vicenda non sono affatto chiari, tanto che la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta e ha già acquisito le cartelle cliniche, sia della Mangiagalli sia dell’ospedale San Raffaele, dove inizialmente la 36enne era stata ricoverata dopo le avvisaglie di un parto spontaneo, nonostante fosse alla ventiquattresima settimana di gravidanza. Proprio al San Raffaele (dove Claudia si era sottoposta alla procreazione medicalmente assistitale) le sue condizioni si erano aggravate e i medici avevano dunque deciso di trasferirla d’urgenza alla Mangiagalli, clinica afferente al Policlinico che è dotata di strutture specializzate e che vanta un reparto di terapia intensiva neonatale.
I fatti
Una volta effettuato il trasferimenti i dottori si sarebbero trovati di fronte a una forte emorragia e avrebbero cercato di praticare un taglio cesareo d’urgenza, operazione che però non è riuscita: la donna e i due piccoli feti, poco dopo, sono morti. La clinica Mangiagalli, una delle più rinomate a Milano e in Italia per i parti, parla di tragica fatalità, anche se il Policlinico ha disposto un’inchiesta interna per capire cosa sia in effetti successo. La struttura ospedaliera si è messa inoltre a disposizione della Procura, che ha disposto l’autopsia sul corpo di Claudia Bordoni.
La nota del Policlinico
Sostieni la Libera Informazione
Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.
La direzione generale del Policlinico di Milano ha diffuso la seguente nota: “Siamo tutti vicini alla famiglia in questo momento di gravissima perdita, così come siamo accanto alla nostra squadra di esperti per dare loro tutto il nostro appoggio. Abbiamo piena fiducia nell’operato dei nostri medici e delle nostre ostetriche, che hanno reso il nostro Ospedale uno dei migliori e più sicuri punti nascita d’Italia. Non a caso la donna ci era stata affidata da un’altra struttura, proprio perché siamo punto di riferimento per gravidanze in cui sono possibili complicazioni. Ora bisogna attendere l’esito delle indagini, per fare luce e capire se questa tragedia rientra in quei casi, per fortuna pochissimi, in cui la medicina non è purtroppo in grado di evitare l’inevitabile”.
Le indagini
Che si tratti di tragica fatalità, tuttavia, è ancora da appurare. Per questo i famigliari di Claudia Bordoni si sono rivolti ai magistrati, appena dopo la tragedia. In effetti la dinamica degli eventi non è chiara. Lo stesso Policlinico, diffondendo la nota ufficiale, ha sottolineato un fatto preciso: “La donna ci era stata affidata da un’altra struttura”. Cioè dall’ospedale San Raffaele, dove né medici né direzione sanitaria hanno finora fornito la loro versione dei fatti.