La promessa del presidente Monica Forte (M5S) dopo l’incontro al Pirellone: “Per avvicinarci ai cittadini, verremo nei vostri paesi”.

6 OTTOBRE 2018

di Andrea Cattaneo

MILANO – E’ andato in scena mercoledì scorso, 3 ottobre, un importante incontro al Pirellone: la Commissione Antimafia, presieduta da Monica Forte (Movimento 5 Stelle), ha ascoltato con attenzione il report presentato dalla Carovana Antimafia Ovest Milano.

I nomi dei boss

“Tutta questa zona è controllata dalle ‘ndrine del Barbaro-Papalia. Molti di loro abitano in questi paesi: ad Albairate, nel 2004, è avvenuta una trattativa per due chili di cocaina a casa Bonanno; a Motta Visconti opera il giovane Michele Papalia, a Bubbiano dominano le famiglie Trimboli e Marando; a Casorate Primo comandano i fratelli Pangallo, Antonio e Pino, affiliati al gruppo Barbaro; a Magenta nel 2009 il Pubblico Ministero Marcello Musso ha sequestrato un immobile di 6.600 metri quadrati al clan Pavone; a Lonate Pozzolo operano Rispoli, Filipelli, Murano e De Castro; a Cisliano dominavano Romanello e Longo, a Gudo Visconti Zappia, mentre a Bareggio abitano i Valle e i Musitano; ad Abbiategrasso Errante Parrino. Di cosa si occupano tutti questi mafiosi? Di droga, usura, movimento terra, si infiltrano nelle istituzioni e nei Comuni come a Sedriano e a Lonate Pozzolo”. Inizia così l’audizione della Carovana Antimafia Ovest Milano in Regione Lombardia, davanti alla Commissione Antimafia. A parlare è Piero Sebri presidente della Carovana.

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Come fare antimafia

L’audizione nasce dopo un lungo e impegnativo percorso che l’associazione ha compiuto in questi anni. Dalle prime assemblee cittadine, fino ai corsi all’interno delle scuole, un progetto, questo, avviato negli ultimi tre anni. Tutto ciò sempre con lo stile che contraddistingue la Carovana: “Non facciamo antimafia salottiera, ma facciamo nomi e cognomi dei mafiosi che vivono nei nostri paesi”, tiene a sottolineare Sebri. Una volta di più l’associazione ha tenuto fede alle promesse, questa volta ad ascoltare c’era la Commissione Regionale.

La percezione dei cittadini

Il lungo elenco di nomi non ha lasciato indifferente il presidente Monica Forte (M5S) che ha commentato: “Bisogna riconoscere il merito a chi ci mette la faccia svolgendo un lavoro egregio. Fa impressione sentire questi dati su un territorio così circoscritto”. Al fianco del presidente della Carovana, Ersilio Mattioni, direttore di Libera Stampa l’Altomilanese e attivista dell’associazione: “I rapporti che oggi vi presentiamo parlano anche della percezione dei cittadini rispetto al fenomeno mafioso. Una percezione ancora bassa, se si pensa che nel nostro territorio ci sono state numerose inchieste della magistratura: nel 2012 lo scandalo del voto di scambio, nel 2015 si è parlato di droga ed estorsioni, nel 2016 degli appalti per Expo, nel 2017 ad Arluno ci sono stati 21 arresti in una delle più grandi operazioni antidroga degli ultimi trent’anni. E queste sono solo le inchieste principali”. Non è solo una ricostruzione storica quella presentata davanti alla Commissione Regionale, ci sono anche fatti recentissimi, come quello avvenuto in questi giorni a Legnano dove un’imprenditrice ha chiesto il sostegno dei clan per riscuotere un credito. La mafia, che in Lombardia si chiama soprattutto ‘ndnrangheta, è ben radicata tanto da rendere obsoleto il termine “infiltrazione” ormai sostituito da concetti come “colonizzazione” e “penetrazione”. Alla Commissione Antimafia sono stati illustrati anche i risultati di una ricerca svolta dalla Carovana nei mesi scorsi. Un questionario sottoposto ai cittadini di Abbiategrasso. Interessanti i dati emersi: per il 46% di loro la mafia è presente in città e quasi il 20% afferma di essere a conoscenza di episodi di estorsione nel proprio paese.

La promessa della Commissione

Importanti le riflessioni aperte durante l’audizione, una su tutte la necessità di formare e informare i cittadini, ma anche gli amministratori pubblici e le forze dell’ordine. Le istituzioni, oggi più che mai, devono essere in grado di saper leggere un fenomeno mutevole e per sua stessa natura sfuggevole. Un concetto ben sintetizzato nelle parole del consigliere regionale Marco Degli Angeli (M5S) che ha affermato: “Un dato fondamentale che emerge è l’esigenza di informare, non c’è una percezione globale della problematica, eppure un problema può essere risolto soltanto se conosciuto”. Tante le questioni messe sul tavolo dalla Carovana Antimafia di Regione Lombardia, ma non è mancato lo spazio per cercare soluzioni. “Porteremo la Commissione nei paesi” ha suggerito Degli Angeli, una proposta che ha trovato il favore del presidente Forte e quello della Carovana. L’idea alla base della proposta è che in questo modo si possa avvicinare ai cittadini un’importante istituzione, spesso percepita lontana, ma soprattutto che si possa denunciare con maggiore forza l’opprimente presenza della mafia. Si tratta di dare vita ad una sinergia tra società civile, istituzioni e politica in modo da ridare fiducia ai cittadini. Proprio loro devono essere i protagonisti della lotta alla mafia e i custodi del mondo in cui viviamo.