L’imprenditrice Paola Galliani di Legnano, nel Milanese, è stata condannata dal Gup di Milano a 6 anni di reclusione. Avrebbe chiesto aiuto ai boss per riscuotere un credito

31 MAGGIO 2019

di Alessandro Boldrini

LEGNANO (MILANO) – Si è chiuso con quattro condanne dai 6 ai 3 anni il processo con rito abbreviato nei confronti dell’imprenditrice legnanese che avrebbe chiesto aiuto ai boss per la riscossione crediti. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di rapina ed estorsione aggravati dal metodo mafioso.

L’inchiesta

Secondo la ricostruzione eseguita dai Pm Alessandra Cerreti e Cecilia Vassena della Dda di Milano, la 49enne Paola Galliani, intermediatrice finanziaria di Legnano, si sarebbe rivolta alla ‘ndrangheta per riscuote un credito di 7.000 euro da un cliente. La donna avrebbe così attirato il debitore all’interno del suo studio, dove ad attenderlo c’era però GiuseppePino’ Morabito, 50 anni, ritenuto contiguo alla cosca Pesce-Bellocco di Rosarno (Reggio Calabria), che lo avrebbe brutalmente pestato. Galliani, intercettata, parlava degli uomini delle ‘ndrine come “gente mia”, dotata di una forza e di una violenza dirompenti (“scateno la belva”).

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Le condanne

Alla luce di questi fatti, il Gup di Milano Giuseppina Barbara ha quindi condannato Galliani a 6 anni di reclusione (più 6.000 euro di multa), così come Massimo Ferraro, 42 anni, presunto complice di Morabito. E ancora: 3 anni e 8 mesi a Federico Ciliberto, 24 anni, uomo di Morabito, e 3 anni e 4 mesi e sanzione da 2.000 euro al 58enne Enrico Verità, collaboratore di Galliani. Pino Morabito verrà invece giudicato con rito ordinario.