Negazionista ha assaltato un mezzo di soccorso di InterSos a Milano settimana scorsa: “Siete terroristi”. Per il filosofo Galimberti i negazionisti sono deliranti

22 NOVEMBRE 2020

di Francesco Bagini

MILANO – Sono da poco passate le 10 di sabato 14 novembre. La quiete mattutina di via Ilarione Rancati, zona nordorientale di Milano, viene turbata dalle sirene di un’ambulanza di InterSos. È un ‘codice giallo’. L’equipaggio arriva sul posto e si precipita nell’appartamento da cui è scattato l’allarme. L’autista attende a bordo.

“Siete dei terroristi”

A un certo punto una donna si avvicina all’ambulanza con fare minaccioso. Inveisce: “Siete dei terroristi, girate con le sirene per spaventare la gente“. Non contenta colpisce con dei pugni la fiancata del mezzo e tira un calcio alla ruota. La ‘scenata’ viene neutralizzata dai parenti del malato e dall’intervento di una pattuglia della Polizia locale di passaggio. Questa la cronaca di un’aggressione di matrice negazionista. La signora infatti ha negato l’esistenza del Coronavirus o, quantomeno, la sua pericolosità.

Escalation da fermare

La vicenda ha un seguito: i legali dell’associazione di soccorso pubblico hanno denunciato l’aggreditrice, di circa 45 anni. Lo racconta ai nostri microfoni il presidente di InterSos, Luca Casé: “Abbiamo depositato una querela nei confronti di questa persona perché tale escalation va fermata: non è la prima volta che noi, o colleghi, subiamo attacchi di questo tenore nelle ultime settimane”.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

Alcune delle ambulanze di InterSos

Ignoranza negazionista

InterSos ha 150 dipendenti e la sede principale si trova a Magenta, in via Quadretto. Di solito la sua flotta è composta da 5 ambulanze tra Milano e provincia. Con lo scoppio della pandemia sono salite a 11: “Più veicoli hai più il numero delle missioni sale“, commenta Casé, che poi tenta di confutare i negazionisti: “Se ci si reca al corpo F dell’ospedale di Magenta al 99% lo si troverà deserto perché le visite sono sospese. Invece le sale d’attesa sono vuote poiché i parenti non possono visitare i pazienti. Infine voglio specificare che è prassi attivare le sirene dei nostri mezzi a seconda della viabilità: non stiamo giocando“.

Paura della paura

Basteranno le spiegazioni di Casé? Difficile pensarlo, stando a quanto ha scritto sul tema, di recente, il filosofo Umberto Galimberti: “I negazionisti più che paura provano angoscia. La loro è una forma di contenimento dell’angoscia. Perdono i punti di riferimento e arrivano a essere deliranti. Si può convincerli con la ragione? Molto difficilmente“.

Il filosofo Umberto Galimberti

‘Incomunicabilità’ pericolosa

Eppure coloro che negano il virus sono in realtà i primi a mostrarne i suoi effetti psichici. Il Coronavirus infatti non fa danni solo a livello fisico ed economico, ma anche psicologico. Dei 3, quest’ultimo, è il contraccolpo meno tangibile, ma non meno preoccupante. In prospettiva tale ‘incomunicabilità’ con i negazionisti rischia di costare caro, non solo ai soccorritori di InterSos: chi rifiuta il Covid-19 e la sua gravità accetterà di sottoporsi al vaccino? Molto difficilmente.