Ospedale di Cuggiono di nuovo nella bufera: una donna di Arluno si contagia in corsia e muore, per giorni è stata in camera con una paziente positiva al Covid-19. Il responsabile della comunicazione del nosocomio: “Non abbiamo colpe”. La famiglia: “Andremo per vie legali”
28 DICEMBRE 2020
ARLUNO-CUGGIONO (MILANO) – Per la terza settimana di fila l’ospedale di Cuggiono è sotto accusa. Ancora una volta c’è di mezzo una vittima anziana del Coronavirus (transitata da quella struttura sanitaria) e un figlio, che cerca la verità.
Operata a Legnano
Mirella Dalla Valle (in foto) era una donna arlunese di 82 anni. Aveva un marito, Lino Cisco, e un figlio, Flavio. È lui che racconta ai nostri microfoni il giallo degli ultimi mesi di vita di sua madre, deceduta il 16 dicembre 2020. “Mia mamma è stata operata per un aneurisma all’ospedale di Legnano a fine novembre. L’intervento è andato bene e dopo quattro giorni è stata trasportata all’ospedale di Cuggiono per la riabilitazione”.
A Cuggiono, era negativa al Covid
“È entrata negativa al Covid-19 – continua Flavio – e trascorsa una settimana un medico mi chiama per chiedermi se volevo portarla a casa. Ho detto di no, perché mi sentivo più tranquillo sapendola sotto il controllo dei dottori. Dopo pochi giorni da quella chiamata, ne ricevo un’altra. Il nosocomio questa volta mi comunica che mia mamma è stata contagiata dal Coronavirus”.
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In stanza con una paziente positiva
Flavio parla con la madre. E’ lei a riferire che, in effetti, nella sua stanza c’era una signora positiva da tre giorni. “A quel punto – prosegue il figlio – ho iniziato a pensare che l’invito a riprendermela fosse uno ‘scarica barile’, così che la sua positività potesse ricadere su di me. Questa è solo un’ipotesi, ma voglio andare a fondo. Anche perché c’è dell’altro.
Le accuse all’ospedale
Il racconto di Flavio si fa più articolato: “Per una settimana sono andato a trovare mia madre: nessuno mi ha misurato la temperatura e mancava il gel per le mani”. Come se non bastasse, c’è stata un’ulteriore ‘beffa’: “Non sono più saltati fuori i vestiti e il portafoglio. Mia madre una volta positiva con sintomi, da Cuggiono è stata portata di nuovo a Legnano, nel reparto Covid-19, dove è poi spirata. In questo viaggio si sono persi i suoi averi, che avevo chiesto venissero caricati sull’ambulanza. Mi rivolgerò a un avvocato”.
La risposta dell’ospedale di Cuggiono
Interpellato sulla vicenda, Maurizio Bessi, responsabile comunicazione del nosocomio, dichiara: “L’ospedale di Cuggiono non ha una zona Covid-19. I letti non sono distanziati proprio perché appena un degente risulta infetto viene subito trasferito a Legnano e la sua camera sanificata. Purtroppo all’entrata i pazienti possono essere falsi negativi, considerato che l’incubazione del virus è di 96 ore, cioè quattro giorni. I controlli dei parenti all’ingresso ci sono. La struttura non ha ‘falle’. Sugli indumenti e gli oggetti andati perduti non posso esprimermi. Bisogna verificare chi si sia incaricato del trasporto”.