L’amministrazione respinge la proposta di entrare nel parco naturale del Gelso. La motivazione ufficiale: “Bastano i vincoli del Piano del Territorio”. Ma 3 consiglieri di maggioranza possiedono terreni pari a 11 campi da calcio che potrebbero finire sotto i vincoli restrittivi dell’ente ambientale, pregiudicandone un’eventuale riconversione. Una decisione dettata da ‘interessi’ privati?
21 FEBBRAIO 2017
OSSONA (MILANO) – Circa 66.000 metri quadri, pari a 11 campi da calcio, appartenenti a 3 consiglieri di maggioranza, guadagnerebbero particolari vincoli se il Comune decidesse di entrare nel parco naturale del Gelso. Situazione non proprio ottimale per quei politici di Ossona, ridente paesino di 4.000 abitanti della Provincia di Milano, che potrebbero vedersi ridotte le possibilità di riconvertirle ad altre destinazioni che non siano quella agricola.
Il fatto ha dato adito a questo mormorio, in particolar modo dopo la bocciatura da parte della lista civica che governa la cittadina, ‘Incontro’, della proposta di adesione al Parco del Roccolo e al Parco del Gelso. In particolare riguardo al Gelso, parco naturale creato dal Comune di Marcallo che ora comprende il territorio di Mesero e Santo Stefano. A differenza del Roccolo, che ingloba principalmente aree boschive lontane dalle coltivazioni, industrie e abitato, il perimetro del Gelso inizia proprio dove finiscono i complessi residenziali. Insomma, gran parte dei terreni produttivi e agricoli (sfruttati e non) dovrebbero sottostare a maggiori vincoli riguardanti la destinazione urbanistica, impatto su paesaggio, inquinamento e via dicendo.
Una tutela in più per il territorio, questo è l’intento del Parco, che ad alcuni consiglieri di maggioranza potrebbe essere d’impedimento nella gestione delle loro proprietà. L’opinione di ‘Incontro’ nell’ultimo consiglio comunale è chiara: “Per tutelare boschi e campagne basta il Piano del Territorio, non servono altri vincoli”. Salvo il fatto che ogni amministrazione può cambiarlo (quasi) a suo piacimento, a seconda di interessi o opportunità. Si può facilmente ricorrere agli esempi delle varie discariche o interventi sulle strade statali che hanno devastato le campagne dei paesi limitrofi.
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Ma chi sono i protagonisti della vicenda? In primo luogo il rappresentante di ‘Incontro’, Luca Cacciatori. Possiede infatti 500 metri quadri di suolo agricolo in via Cervino e un immobile da 500 metri quadri nella zona limitrofa dell’abitato, e pertanto sarebbe soggetto almeno alle norme paesaggistiche imposte dal Parco.
Il secondo è Valerio Tunesi, il quale possiede, in comproprietà con il fratello e la madre, un appezzamento di ben 10.860 metri quadri. Un terreno che, anche da agricolo, vale più di 30.000 euro, raggiungendo i 150.000 nel caso diventasse edificabile. Possibilità che, con l’adesione al Parco del Gelso, gli verrebbe preclusa per sempre.
Ma il piatto forte è l’impero del consigliere Francesco Zanaboni, agricoltore che coi terreni ci vive e ci lavora. Sul suo ‘curriculum’ troviamo appezzamenti agricoli e coltivabili per quasi 49.000 metri quadri, suddivisi in vari lotti. Più un terreno di 6.000 metri quadri a destinazione industriale (del valore stimato di 50-60.000 euro) lungo la Statale 34, anch’esso situato ai limiti dell’abitato. Tutte aree che verrebbero vincolate dalle norme più restrittive del Parco del Gelso.
Ad intervenire sulla questione è Sergio Garavaglia, capogruppo di opposizione: “La votazione sull’adesione ai Parchi naturali è da rifare perché i consiglieri di maggioranza sono in conflitto d’interessi. Non solo bisogna votare di nuovo la proposta, ma quei membri del consiglio hanno violato una legge”.