Prima i vigili, poi la casa di riposo San Remigio e ora gli appalti dell’ufficio tecnico: il comune di Busto Garolfo, nel Milanese, è sotto pressione: tre i fronti giudiziari aperti. Le indagini sono soltanto all’inizio e in municipio vige la consegna del silenzio. Alla faccia della trasparenza, tanto sbandierata in campagna elettorale nel 2014
16 DICEMBRE 2017
BUSTO GAROLFO (MILANO) – Il comune di Busto Garolfo, nel Milanese, ancora al centro di un’indagine giudiziaria. Questa volta nel mirino della magistratura sarebbe finita una gara d’appalto assegnata dall’ufficio tecnico. Pochissime sono le informazioni che trapelano dai corridoi degli uffici e chi sa si guarda bene dal parlarne con i giornalisti.
La confidenza
“Nelle comunicazioni in uscita trasmesse dal Protocollo del Comune – confessa un dipendente, che chiede di mantenere l’anonimato – risulta esserci una mail inviata alla Procura di Busto Arsizio. Non so cosa sia, perché i documenti allegati alla mail sono stati secretati”.
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I fatti
Dalla ricostruzione della dinamica degli eventi che siamo riusciti a recuperare, tutto ha avuto inizio nel mese di settembre di quest’anno. A seguito di un esposto depositato presso il tribunale di Busto Arsizio, il pubblico ministero che ha preso in carico la segnalazione ha subito dato mandato alla Polizia giudiziaria di cominciare le dovute indagini. Non ci è dato sapere su cosa stia indagando la Procura bustocca, quel che parrebbe certo invece è l’arrivo degli ufficiali di polizia giudiziaria nelle procedure di gara dell’ufficio tecnico.
L’ipotesi
Sembrerebbe anche che gli inquirenti non abbiano agito a braccio, controllando e sequestrando atti comunali a campione, per effettuare una verifica di routine. Le forze dell’ordine avrebbero fatto l’esplicita richiesta di ottenere l’intera procedura di assegnazione di un solo bando comunale. Ora quegli atti in questo momento sarebbero al vaglio degli inquirenti e della magistratura. A questo punto però molti sono gli interrogativi: perché non si è saputo nulla fino ad oggi?
Il silenzio
Abbiamo interpellato il responsabile ultimo degli atti decisi dal comune, ovvero il segretario comunale Giacomo Andolina. Il dirigente massimo degli uffici però cade dal pero: “Che io mi ricordi non ci dovrebbe essere stata nessuna richiesta da parte della Procura. Non ne so proprio nulla. Parliamo del mese di settembre? Non so, proverò ad informarmi”. Perfettamente lecito che un segretario comunale possa non essere a conoscenza di un episodio di questo tipo, ma lascia piuttosto perplessi pensare che non sia stato avvisato di un accesso agli atti effettuato dalla polizia giudiziaria, soprattutto se parliamo di atti delicati come le gare di appalto, dove il rischio di commettere possibili reati contro la pubblica amministrazione è altissimo.
La casa di vetro?
E poi, c’è la politica. Non è forse lo stesso sindaco, Susanna Biondi, ad aver detto, dopo le elezioni 2014, che il comune sarebbe diventato “una casa di vetro”, e che ci sarebbe stata la massima trasparenza? E l’assessore ai lavori pubblici, Giovanni Rigiroli, cosa sta facendo? Sta chiedendo spiegazioni? Contando anche questa indagine aperta sull’ufficio tencico, nel municipio bustese attualmente sono aperti ben 3 fronti giudiziari: gli altri 2, sono le indagini della Guardia di finanza sulla casa di riposo ‘San Remigio’ e sull’ufficio della polizia locale. Unico dubbio: che la Procura stia indagando sul tanto discusso bando per la costruzione del chiosco in via Pascoli, vicino alle scuole?