E’ sindaco di Corbetta, nel Milanese. Ma è anche consigliere di Città Metropolitana e coordinatore di zona per Forza Italia. Eppure non gli basta: ora punta pure ad avere un posto da 32.000 euro in Atm, società pubblica che si occupa di trasporti. L’interessato non fa una piega e assicura di poter fare tutto. Viaggio dentro la casta, che non cambia mai
28 MARZO 2017
CORBETTA (MILANO) – Un primo cittadino che fa incetta di incarichi pubblici: attualmente è sindaco di Corbetta, comune dell’hinterland, nonché consigliere alla Città Metropolitana di Milano e pure coordinatore di zona per Forza Italia. Eppure Marco Ballarini non sembra ancora ‘sazio’ e ora punta a sedersi nel cda della società di trasporto pubblico Atm. Il gruppo degli ‘azzurri’ a palazzo Marino ha già indicato il suo nome e l’interessato aspetta solo che la nomina si concretizzi, assieme a un cospicuo stipendio annuo da 32.400 euro.
Le critiche
Ballarini veleggia con il vento in poppa, dunque. Atm è una società che fa gola a molti, politicamente parlando, e che spalancherebbe al sindaco di Corbetta importanti porte nel capoluogo lombardo, anche in vista delle elezioni regionali 2018. Ma la politica corbettese insorge. A cominciare dall’esperto e battagliero consigliere del Pd, Domenico Scarfò: “Mi informerò subito per capire se è vero. Ma se così fosse, allora io mi chiedo dove troverà il tempo per amministrare bene Corbetta, se venisse eletto. Qui l’incoerenza regna sovrana, non lo capisco proprio”. Gli fa eco, con qualche pungolatura in più, il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Daniele De Felice: “Non mi esprimo su ciò che per ora è solo un’ipotesi. Ma essendo Atm una società comunale, questo non porterebbe il sindaco a essere in conflitto di interessi?”
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La difesa
Il primo cittadino respinge tutto al mittente: “Preciso che non sono stato nominato da nessuna parte. Io sono stato candidato dal gruppo di Forza Italia per ricoprire un ruolo da membro del consiglio di amministrazione della società Atm. Innanzitutto vediamo prima se verrò nominato. Comunque, un sindaco viene giudicato se lavora bene o male, non da quanto tempo passa in municipio. Il ‘tempo pieno’ è definito dalle cose che si fanno, e come le si fanno. Io rimango convinto di questa cosa”. E ancora, Ballarini fa ironia sul conflitto d’interessi: “Vedo che il Movimento 5 stelle è molto poco informato: La ‘m’ della sigla di ‘Atm’ sta per ‘milanese’ e non per ‘metropolitano’. Se fossi stato incompatibile con il mio ruolo da consigliere metropolitano, non avrebbero nemmeno avanzato la mia candidatura, o no?”
Una testa, una sedia
“Una testa, una sedia. Basta con i doppi e tripli incarichi”. La mente corre al gennaio del 2012, quando Angelino Alfano, all’epoca pupillo di Silvio Berlusconi e coordinatore dell’ormai defunto Pdl, tentò senza successo di mettere qualche regola a quella pletora di politici famelici, soprattutto del suo partito ma la moda è assai diffusa, che stavano occupando tutto l’occupabile, cumulando incarichi di ogni tipo e facendo credere di essere simili a superman, quando in realtà erano solo dagli assatanati di potere. Alfano, una cosa, l’aveva capita: o ci si dava allora una regolata oppure il Movimento 5 Stelle si sarebbe trovato davanti a una prateria, da invadere e conquistare senza combattere. Nessuno lo ascoltò. E finì che i ‘grillini’ – quel che è giusto è giusto – si ritrovano oggi a essere gli unici ad aver rispettato quell’impegno morale: rivestire soltanto una carica alla volta.
La casta non cambia
La casta, a tutti i livelli, non cambia mai. E l’impressione è che non sia un fatto di mancata ‘rottamazione’ né di vecchia politica. Il sindaco di Corbetta, per esempio, ha poco più di quarant’anni. E’ stato eletto nel 2016 sull’onda del rinnovamento, vincendo con una coalizione di liste civiche e contro tutti i partiti. Un piccolo capolavoro politico, che comincia nel migliore dei modi: il neo primo cittadino, che di mestiere lavora a Serravalle per nomina politica, si dimette per dedicarsi interamente alla sua città. Ammirevole. Peccato che se ne sia già dimenticato: dopo appena dieci mesi le sue poltrone sono tre e stanno per diventare quattro.
I precedenti
Qualche anno fa, dalle colonne di questo giornale, criticammo aspramente il leghista Massimo Garavaglia, che per un periodo si trovò a essere, in contemporanea, senatore, assessore regionale e consigliere comunale a Marcallo. Peggio di lui fece il ‘berlusconiano’ Mario Mantovani, prima di essere travolto dalle inchieste giudiziarie: senatore, assessore e consigliere regionale, vicegovernatore, sindaco di Arconate e coordinatore del Pdl in Lombardia. Un ‘record’ di 6 cadreghe tutte assieme che, finora, è rimasto imbattuto. Pensavamo che quella stagione fosse finita, almeno negli eccessi. E invece ci tocca constatare che pure un sindaco di un comune di 18 mila abitanti può essere famelico come un politico della prima repubblica riciclatosi nella seconda.
Sobrietà, questa sconosciuta
Non c’è da stare allegri. La verità è che questa classe dirigente sembra aver espulso dal proprio vocabolario una parolina magica, da sempre sottovalutata: sobrietà. Ecco, in un mondo che vive di brividi ed eccessi, non c’è più spazio per essere ‘minimal’. E non c’è più spazio neppure per farlo capire a elettori ed elettrici di ogni ordine e grado, prima che questo variegato popolo entri in cabina elettorale. Pace, ci siamo rassegnati. Se i politici vogliono condurre un’esistenza di fremiti ed eccedenze, si accomodino. Che almeno non lo facciano a spese nostre.