La mesta parabola del centrodestra di Castano Primo: partirono per suonare e tornarono suonati. La difficile convivenza tra Roberto Colombo e Morena Ferrario, l’epilogo scontato, le responsabilità della Lega

8 MAGGIO 2020

di Ersilio Mattioni e Deborah Alì

CASTANO PRIMO (MILANO) – In tutta onestà, non ci voleva un mago per capire come sarebbe finita. E l’annuncio di Roberto Colombo è solo l’epilogo scontato di un matrimonio nato male, di quelli che la Sacra Rota annullerebbero con la formula “Rato e non consumato”. Cioè, celebrato con tutti i crismi ma mai vissuto sul campo di battaglia, il letto.

La rottura

“Il sottoscritto consigliere comunale – scrive Colombo – comunica la cessazione della propria partecipazione al gruppo consiliare denominato Patto del cambiamento e, quindi, il proseguimento della propria attività in seno al massimo organo di democrazia locale quale consigliere indipendente nell’ambito del gruppo misto, ma quale rappresentante delle sezioni locali dei partiti Forza Italia e Fratelli d’Italia”.

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La giustificazione

Freddamente, salvo poi aggiungere una giustificazione politica che appare molto di facciata: “Avevamo grandi idee e tanta voglia di fare per amministrare Castano Primo. I cittadini hanno scelto altro, ma questo non ci ha fatto e né ci farà demordere dall’impegno con i nostri sostenitori e con tutta la popolazione. La coalizione di centrodestra era salda e in grado di soddisfare le aspettative dei suoi elettori. Tuttavia, essa era composta da più forze politiche ed è accaduto che al suo interno si siano riscontrati modi e tempi diversi di approccio alle problematiche”.

I veri motivi

E’ un politico raffinato Colombo: figlio della Seconda Repubblica ma conoscitore ed estimatore della Prima. Anche nel linguaggio, perché la formula “modi e tempi diversi di approccio alle problematiche” significa, per dirlo più prosaicamente, “Non eravamo d’accordo su niente”. E’ questa è la pura e semplice verità.

La Lega

Morena Ferrario, dal canto suo, mostra stupore per lo strappo ma non si straccia le vesti: “La decisione del consigliere Colombo ci ha sorpresi. Abbiamo condiviso, oltre che il programma elettorale, anche la visione di amministrazione di Castano Primo. L’essere all’opposizione non ha modificato la natura del Patto del cambiamento e il nostro lavoro a favore dei cittadini”.

La stoccata

Poi si concede una stoccata: “Mai abbiamo cercato la visibilità del singolo, considerandoci una squadra si è lavorato tutti insieme. Per questi motivi accettiamo ma non comprendiamo la scelta di Colombo e ancor meno di Forza Italia e Fratelli d’Italia, che da lunedì saranno rappresentati da un unico consigliere piuttosto che da quattro”.

Due galli nel pollaio

Due modi diversi di intendere l’opposizione (quello di Ferrario collaborativo e aggressivo solo sui temi principali; quello di Colombo puntiglioso e a tutto campo), ma non solo. Quello che si è consumato nel centrodestra è una guerra per la leadership, con due galli che nello stesso pollaio non potevano stare.

I numeri non bastano

E ora che la corazzata si è rivelata un Titanic, bisogna ricominciare da zero. Ma la Lega, in tutto questo, ha una grossa responsabilità: avendo il ruolo guida dentro la coalizione, non ha saputo né indicare una rotta né trovare un equilibrio. Ha mostrato i muscoli e ha puntato sui numeri, che in politica contano, ma difficilmente bastano.