A Cuggiono, nel Milanese, il sindaco leghista Maria Teresa Perletti sarebbe sul punto di dimettersi, dopo 2 anni e mezzo di ‘fuoco amico’ e di accerchiamento da parte dei suoi alleati. Restano incomprensibili le vere ragioni della crisi, voluta da Fratelli d’Italia

22 DICEMBRE 2019

di Ersilio Mattioni

CUGGIONO (MILANO) – Il sindaco Maria Teresa Perletti sarebbe pronta a rassegnare le proprie dimissioni durante il prossimo consiglio comunale, che si terrà tra Natale e Capodanno. La notizia non è stata né confermata né smentita, ma fonti autorevoli assicurano che il primo cittadino avrebbe rivelato la propria volontà alla ristretta cerchia di suoi fedelissimi. Perché si è arrivati a tanto? Perché un’amministrazione eletta nel 2017 è già al tramonto, dopo anni di litigi e incomprensioni?

L’accerchiamento di Fratelli d’Italia

Sarebbe troppo facile attribuire tutta la colpa al sindaco Perletti, che certamente ha commesso errori ma che in questi 30 mesi ha dovuto subire un vergognoso fuoco amico dai suoi alleati, in particolare di Fratelli d’Italia. Che oggi infatti sono pronti a festeggiare la loro personalissima vendetta nei confronti del primo cittadino e della Lega. L’ex vicesindaco Cristian Vener, l’ex assessore Giuliana Soldadino e il consigliere Carlotta Mastelli sono gli artefici di questa lunga crisi di giunta. A loro, il sindaco Perletti, non è mai piaciuto: lo accettarono per ragioni politiche di ordine superiore e, dal giorno della vittoria, cominciarono a farle la guerra.

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Il ruolo della Lega

A difendere il proprio sindaco avrebbe dovuto essere la Lega, che però si è mostrata debole. Tutto ciò che il partito di Matteo Salvini è riuscito a fare è stato azzerare la propria sezione, consegnandola nella mani di un commissario (Curzio Trezzani, ex sindaco di Boffalora e attualmente consigliere regionale), spedito a Cuggiono per sistemare la situazione, ormai fuori tempo massimo.

Lo scenario

Se il sindaco Perletti davvero si dimetterà al prossimo consiglio comunale, il comune di Cuggiono, 10.000 abitanti nel Milanese, sarà governato da un commissario prefettizio fino alle nuove elezioni (forse già in primavera, se ci sono i tempi tecnici), ma lo scherzetto di Fratelli d’Italia – frutto di personalismi e prime donne – ha distrutto la credibilità del centrodestra.