Il coordinatore regionale ‘azzurro’, Mariastella Gelmini, cerca di cambiare verso al partito in Lombardia. E comincia dalla provincia di Milano, dove ‘salta la testa’ del coordinatore provinciale Luca Squeri, deputato fedele all’ex vicegovernatore lombardo, Mario Mantovani. Quest’ultimo, a processo per corruzione, è accerchiato nel suo stesso partito e medita di lasciare Forza Italia per approdare, assieme a Daniela Santanchè, sulle sponde della Lega Nord di Matteo Salvini, che però è scettico

3 FEBBRAIO 2017

di Ersilio Mattioni

MILANO – Qualcosa, dentro Forza Italia, si muove. In Lombardia, resto, non sono ancora passati gli effetti dopo gli anni bui, dove il partito si identificava con un uomo solo, lui, Mario Mantovani: il ‘faraone’, sindaco di Arconate, vicegovernatore lombardo e coordinatore regionale di Forza Italia. Erano i tempi del ‘posso, voglio, comando’, dove i congressi in pratica non esistevano e dove i coordinatori – provinciali e cittadini – non contavano nulla. Oggi però, da qualche tempo, Mantovani non se la passa bene: da plenipotenziario di Silvio Berlusconi è stato prima declassato nel partito, poi nella giunta (il governatore Roberto Maroni nel luglio 2015 gli tolse la delega alla Sanità per dissidi sulla riforma) e infine è stato pure arrestato per corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Ora sta affrontando il processo, in corso a Milano.

Tutto parte da Arconate

E dire che la parabola discendente dell’ex uomo forte del Pdl e di Forza Italia comincia nella piccola Arconate, dove Mantovani è sindaco per 13 anni. Fino al 2014, quando un gruppo di cittadini liberi si mette in mente – tra lo scetticismo generale – di costruire l’alternativa all’invincibile ‘faraone’, centrando un successo senza precedenti. Da quel momento in poi il ‘faraone’ detronizzato infila uno sfondone dietro l’altro. Ma non divaghiamo.

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Il nuovo corso

Adesso, alla guida degli ‘azzurri’ in terra lombarda, c’è da qualche tempo Mariastella Gelmini, la quale sta tentando di sistemare una serie di situazioni paradossali: quello che fu per molto tempo il primo partito, in Italia e in Lombardia, si ritrova allo sbando, senza classe dirigente e senza organizzazione. Impresa non semplice, quella del coordinatore regionale FI, perché si tratta di ricostruire un radicamento territoriale, quando mancano sei mesi alla mini tornata amministrativa.

Saltano le teste

Gelmini sembra voler fare piazza pulita, ‘archiviare’ Mantovani e i suoi ‘ragazzi’, ripartire da zero. E così Graziano Musella, sindaco di Assago, viene scelto come coordinatore provinciale di Milano al posto del ‘mantovanissimo’ Luca Squeri. L’interessato, che si sentiva al riparo dalla mannaia, non l’ha presa bene. E non l’ha presa bene neppure Mantovani, che fino a ieri controllava il partito in provincia di Milano e oggi si ritrova a fare i conti con Musella, suo acerrimo nemico.

L’Altomilanese al voto

Pure a Nord di Milano succedono cose interessanti. Intanto, fra sei mesi vanno alle urne città importanti come Legnano, Magenta e Abbiategrasso. E allora Gelmini muove le prime pedine. Con un certo coraggio, perché nominare il sindaco di Corbetta, Marco Ballarini (che neppure ha in tasca la tessera di Forza Italia), come responsabile di zona per Magentino e Abbiatense significa voler puntare sugli uomini capaci piuttosto che ragionare con le solite logiche degli amici. Mantovani abbozza ancora, perché anche Ballarini è un suo nemico storico.  All’ex vicegovernatore lombardo, ormai accerchiato, viene lasciato almeno il suo storico feudo: il Castanese-Legnanese, già importantissimo bacino di voti ‘azzurri’, dove il nuovo coordinatore sarà Vito Bellomo, uomo di Mantovani in Città Metropolitana. Una scelta che lascia perplessi, perché Bellomo è sindaco di Melegnano e, per andare da Legnano a Castano Primo, dovrà impostare il navigatore. Gelmini avrà modo di pentirsi di questo ‘regalo’ dopo le elezioni amministrative, che per il centrodestra saranno un massacro. Accettiamo scommesse.

La fuga verso la Lega

Mantovani tuttavia non è tipo da restare a guardare, mentre qualcuno gli fa terra bruciata attorno. Il suo obiettivo è quello di tornare in parlamento, sperando che Berlusconi gli faccia quest’ultimo regalo e sperando, soprattutto, che le elezioni si svolgano prima di un’eventuale condanna di primo grado. Ma se ciò non fosse possibile, allora l’ex ‘faraone’ potrebbe fuggire da Forza Italia per tentare di approdare alla Lega Nord, dopo aver costituito un nuovo soggetto politico con Daniela Santanchè. Il capo del Carroccio, Matteo Salvini, sta imbarcando un po’ tutti, ma in questo caso sarebbe scettico.