La verità sulla bufala di fine estate: la proposta di Mario Mantovani – il politico a processo per corruzione a Milano, dopo essere stato sindaco di Arconate e vicepresidente della Lombardia – di costruire una metropolitana fra Castano Primo e Parabiago. Mantovani fece la medesima promessa nel 2001: in molti se lo sono dimenticati

4 OTTOBRE 2016

di Ersilio Mattioni

ALTOMILANESE – Sulla scena pubblica mancava da un po’. Ma il ritorno di Mario Mantovani – l’ex vicepresidente della Lombardia oggi a processo per corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio – è di quelli col botto. In una nota diffusa e ripresa da un paio di giornali locali, il politico indagato fa una mirabolante promessa ai cittadini dell’Altomilanese: la metropolitana. Roba forte. Ma come realizzare un progetto super costoso e tecnicamente assai complicato? L’ex sindaco di Arconate, che continua a essere consigliere regionale nonostante i suoi capi d’imputazione, non lo spiega. In compenso parla di “studio di fattibilità”. Che in Italia è la parola magica per non fare mai nulla.

Il bizzarro emendamento

Tutto nasce da un emendamento del consigliere regionale di Forza Italia, Fabio Altitonante, al Piano Mobilità e Trasporti del Pirellone. Il progetto appare curioso, perché mischia un po’ tutto, pure i battelli nelle acque del canale Villoresi per collegare i paesini della provincia con la città di Milano. Da ciò una domanda, che sorge spontanea: ma dobbiamo andare in metropolitana oppure in barca? Non è chiaro.

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Le fermate del metrò

Mantovani però ci crede e illustra il fantomatico progetto di trasporto pubblico su rotaia per collegare Parabiago a Castano Primo. Segue elenco delle stazioni di questo virtuale metrò: Busto Garolfo-Casorezzo, Arconate-Dairago, Inveruno, Buscate, Cuggiono, Turbigo, Magnago, Vanzaghello, Robecchetto, Nosate (750 abitanti, il più piccolo comune dell’area metroplitana) e pure la piccola frazione di Olcella. Il primo cittadino di Castano, Giuseppe Pignatiello, cade dalle nuvole: “Non ne sappiamo nulla”. Ovvio che non ne sanno nulla: il progetto non esiste. Ma chi – dotato di un briciolo di sale in zucca – può credere ancora a queste stupidaggini, che altro non fanno se non offendere l’intelligenza dei cittadini? Chi, seriamente, può pensare che si possa costruire un metrò per servire comuni di 5.000 abitanti, molti dei quali già dotati di stazione? E soprattutto, chi è quel che fesso che finanzierebbe mai un’opera del genere?

Fauna e tecnologia

Ma Mantovani non è nuovo a queste ‘sparate’: nel 2001 venne eletto per la prima sindaco di Arconate. E in campagna elettorale fece alcune solenni promesse. La prima: “Costruiremo una metropolitana leggera”. La seconda: “Riempiremo i boschi di cicogne e scoiattoli”. Tredici anni dopo, nel 2014, fra scandali e polemiche il suo ‘regno’ crollò. Ed è tempo di bilanci. Se sulla fauna locale – lo confessiamo – non siamo granché informati, sui trasporti purtroppo sì: non solo il metrò non c’è, non solo l’opera non è mai stata finanziata, ma non è neppure stata progettata, proprio perché già allora venne considerata una barzelletta. In compenso, nella piccola Arconate, i cittadini non hanno più il pullman diretto per raggiungere la stazione più vicina, quella di Parabiago. L’autobus c’era, ma durante gli anni ruggenti del ‘mantovanismo’ fu soppresso. Se questi sono i precedenti, forse è meglio che di trasporti pubblici nell’Altomilanese si occupi qualcun’altro.