Referendum taglio dei parlamentari, solo 5 sindaci sono favorevoli
14 SETTEMBRE 2020
ALTOMILANESE – Referendum sul taglio dei parlamentari, la maggioranza
dei sindaci dell’Altomilanese voterà ‘No’.
Il referendum
Il 20 e 21 settembre prossimi saremo infatti chiamati a votare per ridurre i posti in Parlamento. Con la vittoria del ‘Sì’ il numero dei deputati passerà da
630 a 400, mentre quello dei senatori si abbasserà da 315 a 200. Oggi l’Italia ha, con 945 parlamentari eletti e 60,4 milioni di abitanti, un rapporto di 1 eletto ogni 64.000 persone. Con il taglio e con ‘soli’ 600 parlamentari eletti,
il nostro Paese avrebbe un rapporto di un eletto ogni 101.000 persone. Il risparmio annuale si aggirerebbe attorno ai 100 milioni.
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Il sondaggio
Abbiamo chiesto ai primi cittadini del nostro territorio di rendere note le loro intenzioni di voto. In 9 (Bareggio, Bernate, Dairago, Magnago, Marcallo, Parabiago, Robecco, Turbigo e Vanzaghello) hanno deciso di non rispondere, qualcuno di loro appellandosi alla segretezza del voto. Qualcuno è ancora indeciso: i sindaci di Corbetta e Arluno, infatti, non hanno le idee chiare al momento. Nonostante il ‘Sì’ a livello nazionale sia in netto vantaggio, nei nostri paesi solo 5 sindaci si dicono favorevoli al taglio: Arconate, Robecchetto, Santo Stefano, Sedriano e Villa Cortese. La maggior parte dei sindaci, quindi, è propenso per il ‘No’.

Le ragioni del ‘No’
“Ridurre il numero dei parlamentari senza altre riforme – commenta Roberto Colombo (Canegrate) – significa solo ridurre la rappresentanza dei cittadini e il pluralismo della nostra democrazia”. Ancora più netto Pierluca Oldani, di Casorezzo: “I costi della democrazia sono irrisori rispetto a quelli di una dittatura e la riduzione del numero dei parlamentari è un passo verso la dittatura”. Secondo il sindaco di Castano Primo, Giuseppe Pignatiello, “invece di tagliare i parlamentari, meglio ridurre gli stipendi”. Sara Bettinelli, sindaco di Inveruno, commenta: “La rappresentanza politica è alla base della democrazia. Se il problema sono i rappresentanti è necessario cambiare i rappresentanti, non il sistema di rappresentanza”.