Succede a Vanzaghello, nel Milanese. L’assessore al sociale lascia e il sindaco fa partire una sorta di ‘casting’ per selezionare il successore. La minoranza: “Siete ridicoli”

29 SETTEMBRE 2017

di Deborah Alì

VANZAGHELLO (MILANO) – Amministrazione comunale in tilt a Vanzaghello, nel Milanese. Un assessore, Erika Rivolta, si dimette e il sindaco Pd, Leopoldo Giani, invece di nominare un sostituto, avvia una sorta di ‘casting’. A memoria d’uomo, non si è mai sentita una cosa del genere.

Via al ‘provino’

Lunedì 18 settembre il primo cittadino ha diffuso un avviso di indagine conoscitiva per nominare un nuovo componente della giunta comunale a seguito delle dimissioni presentate dall’assessore Rivolta. Una sorta di ‘provino’, del tutto singolare, volto a ricercare tra la cittadinanza il sostituto più idoneo dell’ormai ex assessore. Ma una domanda sorge spontanea: possibile che né sindaco né maggioranza abbiano un nome per la squadra di governo, un persona di cui si fidano? Possibile che l’unico modo per completare la squdra degli assessori sia quello di indire un ‘casting’?

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Le opposizioni: “Ridicoli”

I dubbi, da questo punto di vista, sono molti, e le opposizioni insorgono: “Ridicolo”. E non tanto sulle dimissioni (la scelta di Rivolta sarebbe avvenuta senza polemiche, ma per motivi lavorativi: la famiglia dell’ex assessore starebbe per trasferirsi sulla riviera romagnola), quanto piuttosto sul metodo. Tuttavia, non è sfuggito alle minoranze – e neppure ai cittadini – che con questo ‘addio’ salgono a 4 gli abbandoni da parte dei membri dell’amministrazione di centrosinistra: Maria Grazie Astori, Alessandra Pavan (rientrata come assessore esterno), Fabrizio Catalano e, infine, la stessa Rivolta.