Matteo Salvini e Giorgia Meloni tirano in ballo i migranti per attaccare le norme che limitano gli spostamenti a Natale. Così la destra populista svuota di senso il 25 dicembre

20 DICEMBRE 2020

di Francesco Bagini

MILANO – Solo Matteo Salvini e Giorgia Meloni potevano ricorrere allo slogan ‘Porti aperti, Natale rubato’ per attaccare le norme varate dal Governo, che limitano gli spostamenti durante le vacanze di Natale. Una scelta retorica misera quella dei 2 leader d’opposizione, degna delle peggiori propagande dei regimi novecenteschi. Perché dietro al mantra ‘Porti chiusi’ si omette la naturale prosecuzione che avrebbe la misura, ma che le destre populiste si guardano bene dal proferire. Porti chiusi? Morite in mare.

Morite in mare

‘Porti chiusi’ è solo uno slogan da gettare in pasto ai propri fan-elettori. Due parole, PORTI CHIUSI, da ‘postare’ a caratteri cubitali, come negli spot dei fustini, per non impegnare troppo il cervello di chi legge. Non importa se, come già dimostrato, la chiusura degli attracchi non sortisca alcun effetto né sulle partenze né sugli sbarchi. Perché chi scappa da guerra e miseria ha solo l’interesse di lasciarsi alle spalle qualcosa. Fa niente se davanti si apre un mare, da affrontare con mezzi di fortuna; figurarsi se sulla riva opposta si staglia un leghista col dito puntato. Diamo una notizia ai telespettatori di Rete4: i migranti non sono turisti. Voltare le spalle verso chi naviga per salvarsi, equivale a lasciare in mezzo alla strada un terremotato.

Il leader della Lega Matteo Salvini esibisce, baciandolo, un rosario durante un comizio

La destra che svuota la nostra tradizione

La falsità della destra populista salviniana e meloniana infetta lo spirito. A parole i populisti nostrani si dichiarano ferventi cristiani, ma a quanto pare sembrano riconoscere il Natale solo dalle vetrine illuminate, dalle tavole imbandite e dalle piste da sci ben battute. Se mancano questi ingredienti, sbraitano: “Giù le mani dal Natale“. Qualcuno dovrebbe loro ricordare il senso di quel ciondolo con la croce che ostentano sui loro palchi. Il 25 Dicembre si ricorda la nascita di Cristo. Eppure la destra populista non si rende conto di essere lei, per prima e dall’interno, a svuotare di senso la nostra tradizione, perché troppo impegnata a cercare il ‘ladro del Natale’ anziché mettere in pratica l’insegnamento evangelico. Nessuno chiede a Salvini e ai suoi alleati di vivere come monaci. Evitino, però, di erigersi a paladini ‘fallaciani’ del cosiddetto ‘Occidente cristiano’.

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Una festa anti populista

Le restrizioni del Governo mirano a preservare la nostra salute e valgono anche per chi le promulga, a differenza di quanto accade nelle dittature dove il capo è sopra la legge. È un’ovvietà, a quanto pare non per Salvini e Meloni che gridano alla fine della democrazia. Eppure, nonostante tale misero scenario, un pensiero positivo da condividere sotto l’albero c’è. Con la destra populista al governo staremmo peggio. E per immaginarlo è sufficiente tornare all’insegnamento cristiano del 25 Dicembre: rinuncia oggi, per la salvezza di domani. In modo più ‘terreno’ e attuale: rinuncia oggi, per la salute di domani. Messaggio inconcepibile per chi vive di consenso immediato, perennemente proteso a consegnare al popolo il ‘paese dei balocchi’. Le complessità? Sotto al tappeto, a costo di mozzare gli slogan. Porti chiusi? Morite in mare, anche a Natale.