L’ex rettore del Santuario di Corbetta finì nella bufera per 500.000 euro spariti, l’ex parroco di Parabiago e Arconate fu scoperto in una chat per gay

1 febbraio 2016

di Redazione

MILANO – Uno era finito al centro dello scandalo per il maxi buco nei conti del Santuario dei Miracoli di Corbetta; l’altro invece era stato scoperto a cercare incontri in una chat per omosessuali, mentre parroco di Arconate. Ma per i due sacerdoti non c’è stata né punizione né scomunica. Anzi, è persino arrivato un premio da parte della Curia di Milano.

Miracoli e soldi (spariti)

La vicenda che ha coinvolto don Mario Motta, rettore del Santuario dei Miracoli di Corbetta, non è mai stata chiarita completamente, nel senso che non si è mai veramente capito che fine abbiano fatto tutti quei soldi (c’è chi parla di 800 mila euro, altre voci riferiscono di mezzo milione sparito nel nulla ma in ogni caso si tratta di somme ingenti) che sono usciti dalle casse del Santuario della madonna dei Miracoli senza giustificativi. Don Mario non ha mai voluto commentare questa vicenda ma persone a lui vicine hanno sempre parlato di un fantomatico personaggio che avrebbe truffato il sacerdote. Altre fonti, sempre vicine alla parrocchia di Corbetta, riferivano invece di altrettanto fantomatico ricattatore, che avrebbe costretto il prete a consegnargli forti somme di denaro in contanti. Ma chi fosse questo ricattatore e, soprattutto, quale fosse l’oggetto del ricatto non si sa. Il paese, fin dall’inizio di questa vicenda, si è diviso in due. Per alcuni don Mario è una vittima e non ha mai trattenuto un euro dei soldi della chiesa. Per altri invece, il suo modo di amministrare le finanze del Santuario era quantomeno ‘leggero’ e avrebbe quantomeno reso più facile l’azione di chi aveva cattive intenzioni e mirava a intascarsi soldi delle offerte dei fedeli. La Curia milanese non ha mai né rilasciato dichiarazioni né preso provvedimenti disciplinari, neppure ‘mascherati’, nei confronti di don Mario Motta.

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La riabilitazione

Dopo la ‘fuga’ da Corbetta di 3 anni fa, comunicata ai fedeli dal vicario episcopale durante la messa domenicale, don Mario aveva trovato ‘rifugio’ in un santuario di Saronno. Ufficialmente era stato nominato sacerdote esorcista (sono quei preti che hanno a che fare con le persone che sono, o pensano di essere, possedute dal demonio) per la provincia di Varese. In realtà non aveva di fatto quasi mai esercitato quella funzione, limitandosi a una vita di ritiro e preghiera in una stanzetta messagli a disposizione dalla Curia. Dopo un ‘purgatorio’ durato più di due anni, è infine arrivata la nomina a confessore del Duomo di Milano: un incarico importante e delicato, che viene offerto solo a chi ne ha adeguate doti ‘professionali’ e morali. Con la consueta discrezione propria del mondo ecclesiastico, è dunque arrivata la ‘riabilitazione’. E oggi i fedeli che vanno in Duomo a Milano fanno la coda per confessarsi da don Mario.

Il prete in chat

Don Cesare Corbetta, ex parroco di Parabiago e Arconate, con un passato a Magenta, era stato trasferito dalla Curia dopo essere rimasto coinvolto in una vicenda di messaggi e fotografie in una chat per gay. Si era parlato di un suo pentimento, ma a distanza di pochi mesi il sacerdote si era ricascato, di nuovo in una chat a cercare incontri e di nuovo finito sui giornali. L’ex parroco, ciò nonostante, non ha mai abbandonato l’abito talare e del resto la Curia di Milano mai glielo ha chiesto. Ha solo trascorso un periodo nella lontana e remota parrocchia di San Bartolomeo in val Cavargna, in provincia di Como ai confini con la Svizzera. Di lui se ne erano quasi perse le tracce.

Il premio

Poi la sorpresa. Don Cesare è stato nominato segretario dell’importante Comitato diocesano per il Giubileo straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco e che richiamerà a Roma milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Si tratta di una commissione assai importante perché organizzerà tutte le attività legate al Giubileo della diocesi di Milano, la più importante d’Italia e una delle più importanti del mondo. Il comitato è presieduto dal Vicario Generale, Monsignor Mario Enrico Delpini, che (coincidenza incredibile) è il prelato che venne ad Arconate a spiegare ai fedeli i motivi dell’allontanamento di don Cesare. Al di là di ogni altra considerazione, la decisione della Curia di Milano suona anche in questo caso come una piena ‘riabilitazione’ del sacerdote. Dopo il periodo di ‘Purgatorio’, neppure eccessivamente lungo, don Cesare Corbetta è stato chiamato a ricoprire un ruolo chiave nell’organigramma della Diocesi.