Un sondaggio dell’Istituto Piepoli per Affaritaliani.it spiega perché, domenica il 17 aprile, potrebbe recarsi alla urne il 50% più uno degli italiani. Pessima notizia per il governo Renzi, che ha incredibilmente invitato gli elettori a stare a casa e che, sul referendum anti trivelle, si gioca la faccia

13 APRILE 2016

di Redazione

ROMA – Il referendum contro le trivelle e le lobby del petrolio, che si svolgerà domenica 17 aprile dalle 7 alle 23, potrebbe raggiungere il quorum necessario per essere valido, cioè la partecipazione al voto del 50% più uno degli aventi diritto. Lo rivela Affaritaliani.it, pubblicando un sondaggio dell’Istituto Piepoli, che sta facendo tremare Renzi e il suo governo, autori di un incredibile boicottaggio per far fallire la consultazione popolare.

Il sondaggio

A ribaltare i pronostici, che danno per scontato il flop del referendum, è un sondaggio dell’Istituto Piepoli: “Chi dichiara che certamente andrà votare è pari al 52% del campione, mentre il 23% afferma che probabilmente andrà alle urne. Ma questa è l’affluenza dichiarata che va quindi ricalcolata. Se tariamo quel 52% allo 0,8, e si ha quindi l’80% di probabilità, si ottiene il 40% di partecipazione al voto. Il restante 23% può essere classificato allo 0,5 (quindi 50% di probabilità che si realizzi) e così arriviamo al 10% e, complessivamente, al 50% di partecipazione al voto, ovvero al quorum richiesto. Ma se quel 23% viene tarato allo 0,3 viene fuori l’8% e, quindi, si ha il 48% di affluenza alle urne. Siamo a ridosso del quorum e tutto può essere”. Piepoli aggiunge: “Molto dipenderà dalla partecipazione a metà giornata, perché la gente in quel momento capirà se può essere superato il quorum, e quindi vale la pena andare a votare nel pomeriggio e la sera, oppure no. Se l’affluenza è al 30% a metà giornata, si chiude al 60% ed è un successo, ma se è al 15%, si finisce al 20% circa e il quorum resta lontano”.

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La politica

Al solito la politica, con poche eccezioni riferibili al Movimento 5 Stelle e in parte alla Lega Nord, ha dato il peggio di sé: se non stupisce che Forza Italia spinga per far fallire il referendum, sorprende che lo stesso faccia il Pd. Ma il vero scandalo è un premier che si mette a fare l’anti-Stato. Se il sua piano fallisse e se il premier fosse una persona seria, dovrebbe trarne le opportune conseguenze.

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