Arrestati 4 medici, altre 7 persone (6 medici e una ostetrica) sospese dall’esercizio della professione per un anno per reati di falso ideologico  e materiale. Sarebbe anche stato provocato un aborto senza il consenso della paziente. Succede agli ospedali Riuniti di Reggio Calabria

23 aprile 2016

di Laura Oldani e Sara Riboldi

Reggio Calabria – Orrore al presidio ospedaliero di Reggio Calabria, ‘Bianchi-Melacrino-Morelli’, dove ai reparti di Ostetricia e Ginecologia, Neonatologia e Anestesia si sarebbero verificati gravi casi di malasanità. Il Tribunale di Reggio Calabria ha eseguito 11 misure cautelari (4 arresti ai domiciliari e 7 sospensioni dall’esercizio della professione per dodici mesi) nei confronti di medici e ostetriche.

Le accuse

 Le accuse sono gravissime: falso ideologico e materiale, oltre che soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. Gli episodi di malasanità riguarderebbero il decesso di due bimbi appena nati, le lesioni irreversibili di un altro bambino, i traumi di una partoriente e il procurato aborto di una donna senza il suo consenso. Per coprire le responsabilità derivanti dagli errori medici commessi, le cartelle cliniche sarebbero state falsificate e manipolate. Le cartelle a seconda dei casi sarebbero state chiuse nell’armadio, alterate con il bianchetto o arricchite con falsi documenti sanitari. La vicenda è emersa dalle indagini del Nucleo di Polizia Tributaria – G.I.C.O. di Reggio Calabria.

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Le indagini

L’operazione ha preso l’avvio dall’intercettazione di alcune telefonate in un procedimento penale pendente ala D.D.A. di Reggio Calabria, procedimento che riguardava una serie di soggetti a vario titolo gravitanti nell’orbita della cosca reggina De Stefano. Da queste intercettazioni sarebbero emersi gli episodi di malasanità. Le indagini sono poi andate avanti in un altro procedimento alla Procura ordinaria. Sono continuate le intercettazioni telefoniche, sono state raccolte le dichiarazioni di alcune pazienti e acquisiti i documenti sanitari. Inoltre, secondo quanto riportato dalle cronache locali, in alcune telefonate si sarebbero sentite delle risate e espressioni infelici come “gli ha sfondato la vagina”.  Una vicenda da incubo, verrebbe da dire, o altro caso di mala sanità, come è consueto sentire in Italia. Il tutto però dovrà essere accertato in sede giudiziale.

La posizione dell’ospedale e dell’ordine dei medici di Reggio Calabria

 La direzione dell’azienda ospedaliera di Reggio Calabria “esprime piena e incondizionata fiducia nell’attività degli organi inquirenti. Auspica che gli interessati possano dimostrare la loro piena estraneità ai fatti contestati”. Il Consiglio dell’ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Reggio Calabria  – che si è riunito in via straordinaria – assicura che agli “Ospedali Riuniti di Reggio Calabria esistono dei professionisti estremamente qualificati. E’ fuor di dubbio che riponiamo fiducia nell’operato della magistratura e che, qualora all’esito del giudizio dovesse essere accertata la colpevolezza dei colleghi coinvolti in tale vicenda, l’Ordine dei Medici adotterà i provvedimenti di propria competenza con inflessibilità. Auspichiamo, inoltre, che qualora i colleghi dovessero risultare innocenti, venga riservata loro la stessa attenzione mediatica. Nello stesso tempo ci guardiamo bene dall’entrare nel merito di indagini che non conosciamo ma la nostra premura rimane la tutela del paziente. Tuttavia, riteniamo assolutamente ingeneroso che si faccia di tutta l’erba un fascio e che gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, che al loro interno vantano numerose professionalità di eccelsa competenza, vengano bollati come l’ospedale degli orrori”.

 Codacons come parte offesa

Il Codacons si dichiara parte offesa in questa vicenda e pubblica la dichiarazione del presidente, Carlo Rienzi: “Le accuse rivolte ai medici sono pesantissime e, se confermati gli illeciti, ci troveremmo di fronte a un evidente danno per tutti gli utenti della sanità calabrese. Quanto avvenuto presso l’ospedale di Reggio Calabria dimostra come la malasanità in Italia sia oramai dilagante, con veri e propri sistemi per coprire gli errori, i decessi e le gravi conseguenze dell’operato dei medici. Una vicenda che danneggia tutti i cittadini calabresi i quali, attraverso le tasse, finanziano il servizio sanitario. Per tale motivo il Codacons si costituirà parte offesa nell’inchiesta e chiederà per conto della collettività un equo risarcimento danni ai responsabili di illeciti”.