A Castano Primo, in provincia di Milano, il parroco apre le porte dell’oratorio anche ai non cattolici: l’associazione islamica organizza una cena per ringraziarlo

23 LUGLIO 2018

di Pinuccio Castoldi e Vanessa Valvo

CASTANO PRIMO (MILANO) – Per ringraziare la comunità cristiana di Castano Primo, nel Milanese, che anche quest’anno ha concesso uno spazio per la preghiera serale nel mese del Ramadan, l’associazione islamica ‘Madni’ ha organizzato una cena in un ristorante cittadino, condividendo il tavolo con sacerdoti, membri del consiglio parrocchiale e altre persone che si sono mostrate a lei vicine.

Comune rimbalzato: nessun invito

Nessuno dell’amministrazione comunale era presente venerdì sera scorso, 6 luglio: né sindaco né assessori sono stati invitati. Dalla parte pakistana sono intervenuti, oltre agli esponenti castanesi, anche alcuni giovani della comunità di Brescia e l’ingegnere Silvio Gualini di Torino, responsabile di un’istituzione educativa islamica. Inoltre, erano presenti don Piero, don Giacomo, suor Maria, cinque suore straniere di una congregazione argentina, attualmente impegnate nel ‘Grest’ (l’oratorio del paese) e, in veste privata, persino tre operatori della Polizia locale. Sul fronte parrocchiale non ci sono muri e già si è attrezzati per affrontare le sfide della società multiculturale. Ad esempio, don Giacomo ha parlato della positiva esperienza di integrazione del Grest, al quale partecipano anche ragazzi sikh e islamici, le cui particolari tradizioni alimentari vengono attentamente rispettate.

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Una solida amicizia

A Castano tra cristiani e musulmani, perlomeno a livello di persone attivamente impegnate nelle rispettive istituzioni, si è ormai instaurata un’amicizia che sembra destinata sempre più a rafforzarsi, in risposta a certi atteggiamenti di chiusura e di diffidenza che tuttora sono abbastanza diffusi tra la popolazione. Quando in città sono arrivati i profughi, per esempio, qualcuno era pronto a mandare via il prete con una raccolta firme. Ma don Piero ha sempre resistito, andando dritto per la sua strada rivolta all’integrazione e all’accoglienza, come il suo abito talare, d’altronde, imporrebbe. Non per nulla ha dichiarato più volte, dimostrandolo soprattutto con i fatti, di essere disposto a concedere spazi parrocchiali ai fedeli di altre religioni presenti a Castano (non solo musulmani).

La moschea in paese

A chi ritiene che si debba contrastare la presenza in città di un luogo di culto islamico è forse sfuggito il fatto che una simil ‘moschea’ a Castano è già presente, ed è proprio in parrocchia, se non altro per un mese all’anno. Riguardo alla creazione di un adeguato luogo di aggregazione autonomo, dove gli islamici possano svolgere le loro attività socio-culturali, preghiera compresa, la posizione di don Piero è chiara: “Non vedo perché – dice il parroco – dei cittadini che vivono qui e rispettano le leggi non possano avere un luogo dove praticare il loro culto”. Appare evidente, quindi, che il fronte ‘no moschea’ non potrà pretendere di annoverare l’ambiente parrocchiale tra i propri sostenitori.