A Robecchetto, per dieci anni, ha governato un gruppo di famiglie, delle quali l’ex sindaco Maria Angela Misci era soltanto l’espressione. Sullo sfondo, la ‘benedizione’ del patron Trc Gianluigi Candiani, che stavolta però ha scelto di essere neutrale. Luci e ombre di un sindaco che non passerà alla storia
11 GIUGNO 2016
ROBECCHETTO CON INDUNO (MILANO) – A Robecchetto con Induno si capisce che l’aria è cambiata nel 2004, quando la storica lista civica ‘Il Ponte’ (che con Franco Ottolini governò per 13 anni, trasformando il paese) candida Fabrizio Garberi. Quest’ultimo, vicesindaco uscente, rappresenta un’anomalia all’interno di una coalizione di centrosinistra aperta a tanti mondi e talmente rappresentativa da rendere residuale il ruolo dei partiti. Un’anomalia, perché Garberi è iscritto a Forza Italia. La scelta di candidarlo a sindaco è, per così dire, obbligata: il numero due dell’amministrazione è molto legato a Gianluigi Candidani, patron della Trc, proprio nel momento in cui il rapporto tra l’imprenditore e il sindaco uscente Ottolini sta cominciando a incrinarsi. La ragione è da ricercare, fra le altre cose, nell’ampliamento del Malvaglio Plant: storia lunga, che ci porterebbe fuori tema.
Il breve transito del sindaco Garberi
Garberi, nel 2004, vince. Ma si capisce subito che sarà un sindaco a sovranità limitata, perché la maggioranza de ‘Il Ponte’ lo cura a vista e perché, in giunta, i suoi compagni di viaggio sono lo stesso Ottolini, Giorgio Braga e altri storici esponenti della lista civica. Garberi, il passo del leader, non ce l’ha, perché un conto è essere autorevoli, altra cosa è essere autoritari. Nel 2005, dopo aver cercato di comporre senza riuscirci una maggioranza alternativa, Garberi si dimette. Lo fa, con molta dignità politica, in consiglio comunale, dove legge un documento che testimonia l’impossibilità di governare in condizioni ostili.
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Candiani in campo
Nel 2006 si rivota. ‘Il Ponte’ candida Giorgio Braga e la Lega Nord non appare né attrezzata né competitiva. Ma la vera novità sta a destra, dove nasce ‘Insieme per Crescere’, una lista civica che si presenta un sindaco nuovo: Maria Angela Misci. Chi è? Finora mai si è occupata né di politica né di amministrazione e neppure del paese in cui abita. Perché, all’improvviso, scopre l’amore per la passione politica e civile? Si fanno tante ipotesi, alcune serie e altre un po’ fantasiose. Una risposta possibile è nei nomi della lista, fra cui non c’è Garberi ma compare – per la prima volta – Gianluigi Candiani. L’imprenditore è in campo, in prima persona: non era mai accaduto.
Cambio della guardia, l’era Misci
Misci, nel 2006, vince. E con l’appoggio di Candiani (in regia) e Garberi (nella botola del suggeritore) governa per dieci anni, fino al 2016. Cosa lascia? Poco o nulla. Intendiamoci, il sindaco Misci, da molti considerato un ‘burattino’, dimostra più volte il contrario: cresce, forgia il suo carattere e tira fuori le unghie, mettendoci la faccia e pretendendo di decidere. Ma l’impressione è che le grandi questioni vengano discusse altrove, lontano dal palazzo municipale. E in ogni caso, al di là dell’ordinaria amministrazione e di assessori che fanno (bene) il proprio lavoro, manca completamente una visione strategica del paese, manca l’indicazione della rotta, manca insomma la capacità di leggere gli eventi e il mondo che cambia, per coglierne le opportunità. Robecchetto, in dieci anni, passa dal movimentismo de ‘Il Ponte’ all’immobilismo un po’ noioso dell’ordinaria amministrazione. Il sindaco Misci non passerà alla storia.
La politica dà alla testa
E’ un sindaco strano, Maria Angela Misci. Se non sei d’accordo con lei, elabora teorie complottiste e smette persino di salutarti. Se non sei d’accordo con lei, sei un nemico. Se non sei d’accordo con lei e ti capita di fare il giornalista in quel di Robecchetto, ti chiude tutte le porte e ti preclude l’accesso alle informazione: si parla solo con i cronisti ‘amici’, quelli che pubblicano le ‘veline’ e che non disturbano il manovratore. Un sindaco così permaloso ha pochi eguali nel territorio, forse soltanto Mario Mantovani ad Arconate ha raggiunto e superato questi livelli di allergia alle critiche e di intolleranza. Per questo la fine dell’era Misci viene salutata con sollievo dagli stessi dipendenti comunali: l’aria si è fatta pesante.
Candiani e la scelta della neutralità
Nel 2016 succede di tutto: ‘Insieme per Crescere’ sceglie Giuliano Piloni come candidato sindaco (non è forte, ma in caso di vittoria Misci sarà il suo vice e, di fatto, il vero sindaco), il Movimento 5 Stelle riesce in extremis a presentare una lista (non avrà chance di vittoria, ma almeno salva la democrazia) e l’ex lista civica ‘Il Ponte’, diventata nel 2011 ‘Liberi’, si ritira dalla competizione. Poi il colpo di reni: Daniele ‘Lele’ Colombo si mette in mente una pazzia, una lista in pochi giorni. Convince Giorgio Braga, Annalisa Baratta e altri. La chiamano ‘Civitas’ e una partita che sembrava chiusa si riapre, anche perché la Trc, stavolta, non gioca: Candiani ritiene finito il tempo dell’impegno e della contrapposizione. Così impartisce un nuovo ordine, una specie di ‘liberi tutti’.
L’epilogo
I cittadini di Robecchetto con Induno, potendo ragionare e scegliere senza condizionamenti, mandano a casa Misci e le cinque-sei famiglie che costituiscono il potere politico robecchettese. Finisce un’epoca. E finisce nel peggiore dei modi, con attacchi personali ai candidati di ‘Civitas’ e con l’ex sindaco che, presente ai seggi la notte dello spoglio, non va neppure a stringere la mano al vincitore. Una brutta caduta di stile. L’ennesima.
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