Robecco sul Naviglio: oltre alle percosse, umiliava moglie e figli con offese: “Sei scemo”, “Sembri un maiale”

di Francesca Ceriani

ROBECCO SUL NAVIGLIO (MILANO) – Maltrattava e umiliava la moglie e i figli: a processo un 49enne residente a Robecco sul Naviglio. La prima udienza dibattimentale, che avrebbe dovuto svolgersi nel mese di marzo, è stata rimandata e si terrà il prossimo 11 luglio. L’uomo, rinviato a giudizio dal Gup del Tribunale di Pavia, Pietro Balduzzi, è a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Gli episodi si sarebbero verificati in modo continuativo per almeno un anno, da luglio 2018 a luglio 2019.

Maltrattava moglie e figli: a processo

Le parti offese, ovvero la moglie dell’uomo e i quattro bambini della coppia, sono difesi dall’avvocato Susanna Rita Marangoni. Il dramma che la donna e i figli hanno dovuto affrontare è aberrante: secondo il decreto di rinvio a giudizio, infatti, l’uomo non solo li maltrattava, ma era anche solito umiliarli, facendoli sentire delle nullità. Le offese reiterate nei confronti dei suoi familiari, con parole indicibili, sono solo la punta di un iceberg di una tragedia che, per anni, si è consumata tra le mura domestiche. In un’occasione, il 49enne era arrivato anche al punto di strattonare la moglie, prendendola per le orecchie, mentre si trovava in cucina. In altri episodi, invece, mentre la donna svolgeva normali e quotidiane faccende domestiche, il marito la insultava, sostenendo che non capisse nulla, che le servisse “un cervello nuovo”.

Offese ai bambini

Le stesse offese sono state rivolte più volte ai bambini, che spesso venivano apostrofati con parolacce: “Sei un incapace”, “Sei scemo”, “Sembri un maiale”. In altri momenti l’uomo è arrivato anche ad alzare le mani sui bambini: una volta ne ha preso uno per il collo, minacciandolo di strozzarlo. Secondo le testimonianze della mamma e dei figli, in un’altra occasione avrebbe trascinato uno dei bambini in bagno, sempre tenendolo per il collo. Secondo il giudice, le testimonianze sono attendibili e gli elementi raccolti dall’accusa sono meritevoli di essere vagliati in aula. Ora non si attende altro che il processo per poter dare giustizia alle presunte vittime del 49enne.

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