Dopo lo scambio di insulti, finisce a tarallucci e vino

di Attilio Mattioni

Alla fine, come si direbbe a Roma, è finita a tarallucci e vino. Stiamo parlando della vicenda che ha visto coinvolto Samuele Binfarè, titolare del ‘Binfa Cafè’, che circa due mesi fa aveva ricevuto minacce da uno sconosciuto che si era dichiarato ‘vegano’, ovvero appartenente a quella ‘corrente filosofica’ che rifuta di cibarsi di tutto ciò che è di provenienza animale. La ‘colpa’ di Binfarè, secondo lo sconosciuto vegano, era quella di proporre nel menu del suo ristornate piatti a base di carne. Una cosa che quasi ogni ristoratore fa ma che, chissà perchè aveva scatenato le ire dell’ultrà vegetariano. Alla fine di agosto, a Binfarè era arrivato un messaggio privato sul suo profilo Facebook: “Sei un rivenditore di cadaveri al soldo dei macellai”. Firmato: Ernesto Che Vegano. E al Binfarè spediva anche un ultimatum: un mese di tempo per smettere di servire ai clienti insaccati, arrosti, bolliti a altre pietanze a base di carne o salumi altrimenti sarebbe passato dalle parole ai fatti. Le minacce, per la verità, non hanno spaventato il ristoratore che, anzi, ha inserito nella lista una speciale piadina completamente a base di affettati. E il vegano non ha più dato notizie di sè. Ora, a due mesi di distanza dal messaggio di minacce, Samuele Binfarè ha deciso di chiudere la questione con un pizzico di ironia. Per farlo si è inventato una serata a tema nel suo locale e l’ha battezzata ‘Cena del Divin Porcello. L’appuntamento è per giovedì 12 novembre e la protagonista assoluta, ovviamente, sarà la carne di suino. Il menù, in effetti, non è propriamente vegano: affettati, stinco di maiale alla birra con purea di mele e crauti. Dulcis in fundo, l’invito rivolto al vegano a partecipare. Chissà se Ernesto Che Vegano accetterà l’invito. Magari, in incognito, vorrà sedersi alla ‘Cena del Divin Porcello’, ma restare anonimo, non sarà facile. Per identificarlo basterà vedere chi non mangia niente.