Il titolare di un’azienda a castellazzo de’ barzi protesta: “passeranno 17 mila veicoli al giorno”

di Graziano Masperi

Emanuele Oggioni è un agricoltore per passione di Castellazzo de’ Barzi, frazione di Robecco sul Naviglio. Recentemente la sua anatra muta di Barberia è stata giudicata campione di razza. Anatra che vive in un ambiente naturale favorevole, che si nutre delle erbe infestanti delle risaie coltivate dallo stesso Oggioni e concima il terreno durante il pasto. “Porto avanti la tradizione dell’allevamento delle anatre grazie ai fontanili che sgorgano spontaneamente dal sottosuolo e che rappresentano una rarità in tutto il mondo – commenta Oggioni – e formano tanti piccoli Ticino. Oggi l’allevamento delle razze antiche presenti già nel 1700 in questa zona, viene minacciato dalla costruzione di un’autostrada”. Per Emanuele Oggioni l’allevamento è poco più che un hobby. Ha vinto diversi concorsi e tiene molto a preservare le campagne del robecchese. Dice che la battaglia contro la tangenziale la farebbe anche se la strada dovessero farla altrove. “Se fossi un australiano verrei qui per vedere le bellezze naturali che possiamo offrire, come i fontanili – aggiunge – Non certo le opere imponenti realizzate dall’uomo”. Proprio sabato scorso al ponte sul Naviglio Grande di Robecco hanno manifestato coloro che la tangenziale la vogliono. Protestano perché non ne possono più di veder passare sotto casa 17mila veicoli al giorno. Cosa risponde Oggioni a queste persone? “Ogni idea va rispettata. Ma generalmente, la costruzione di una nuova strada incrementa la mole di traffico perché ne importa di nuovo da altre strade. Quindi, chi oggi respira smog, con questa tangenziale respirerà più smog”. Sono in tanti oggi a Castellazzo ad essere preoccupati per la futura tangenziale. Conclude Oggioni: “Quando Leonardo da Vinci contribuì a creare migliorie al Naviglio Grande, già esistente, diceva: ‘nelle mie opere starò attento a non offendere le fontane di pianura’, ovvero i fontanili. Un genio, Leonardo. Già pensava alle generazioni future. Cosa che non stiamo facendo noi”.

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