Intervistato nel 2015 fece lo spiritoso sul vitalizio, non rispose sulla mafia e predisse la nuova vittoria di Berlusconi
19 GENNAIO 2016
di Ersilio Mattioni
ROMA – “Se l’Onu volesse, io potrei fare da mediatore con la Corea del Nord”. Lo dice Antonio Razzi. E lo dice seriamente. Premessa d’obbligo, perché in molti hanno pensato che la frase fosse del finto Razzi, quello interpretato da Maurizio Crozza. Invece no, è tutta farina del sacco ricco del senatore abruzzese nel corso di una chiacchierata su Radio24 al ‘La Zanzara’, programma condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Giunto in parlamento con Antonio Di Pietro, passato armi e bagagli con Silvio Berlusconi e oggi fan di Matteo Renzi, il ‘nostro Razzi al punto ha un sogno: accreditarsi davanti al governo italiano come l’uomo che può risolvere una crisi internazionale delicata come quella coreana, con il regime di Kim Jong Un (che per Razzi “è una bravissima persona, fa tutto per i ragazzi, ha mandato i giovani coreani a vedere la tecnica del calcio italiano e in Corea del Nord non c’è disoccupazione”) che minaccia il mondo di testare la ‘sua’ ‘bomba H’, di cui va tanto fiero. Ci è venuto in mente che noi, il senatore Razzi, l’abbiamo intervistato per il nostro giornale cartaceo. Ma sarebbe un peccato che quel colloquio restasse patrimonio dei lettore di ‘Libera Stampa l’Altomilanese’ e non invece, attraverso il nostro nuovo sito web, motivo di riflessione per un pubblico più ampio. Ecco dunque l’intervista realizzata da Daniele Di Sica. Edificante lettura.
L’intervista del 18 gennaio 2015
ROMA – Sul voto di fiducia al governo di Silvio Berlusconi per salvare poltrona e vitalizio, Antonio Razzi, non ha risponde. Dice di averlo già fatto centinaia di volte. Sarebbe più corretto dire che centinaia di volte gli è stata posta questa domanda e che, ciò nonostante, non è mai stata fornita una risposta accettabile. Dettagli. Il senatore di origini abruzzesi e naturalizzato svizzero, però, ha le idee molto chiare su Expo e malavita romana: la mafia non esiste e, se esiste, lui non ne sa assolutamente nulla. Testuali parole: “Chiedete ad altri”. Il suo problema sembra piuttosto l’aumento della tassa per i frontalieri, alla quale si oppone per principio senza aggiungere altro. Infine, regala una profezia sui destini dell’Italia: Matteo Renzi è bravo, ma Berlusconi tornerà e vincerà ancora. Difficile capire se si tratti di un augurio o del classico ‘bacio della morte’, anche se c’è da ammettere che Razzi, dopo aver sbandato di qua e di là, sembra aver trovato in Silvio il suo faro nella nebbia. Razzi, balzato agli onori delle cronache più come macchietta che come parlamentare impegnato a difendere i diritti degli italiani che vivono oltreconfine, oggi milita in Forza Italia ed è segretario della Commissione Esteri (famoso il suo viaggio in Corea del Nord). Residente in Svizzera e di professione tessitore, deve le sue ‘fortune’ alla celebre imitazione di Maurizio Crozza, nata il 14 dicembre del 2010, quando Razzi lascia l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro e vota contro la mozione di sfiducia al governo Berlusconi, salvando l’ex cavaliere. Durante una ripresa con telecamera nascosta, il senatore ammette: “Per noi due (lui e Domenico Scilipoti, ndr) il governo s’è salvato. Che 314 a 311. Io avevo già deciso da un mese. Io non avevo la pensione ancora. Dieci giorni mi mancavano. E per dieci giorni mi inculavano. Perché se si votava dal 28 come era in programma, il 28 di marzo, io per dieci giorni non pigliavo la pensione”. Qualche tempo dopo ribadisce il concetto. Salvare Berlusconi? “Sì, è stato un atto di salvarmi la mia paga: almeno pago il mutuo”.
Senatore Razzi, a seguito della decisione del Gran Consiglio qual è la sua opinione riguardo al possibile aumento della tassa che dovranno pagare i frontalieri italiani che lavorano in Svizzera?
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“Secondo lei, mio carissimo giovanotto, cosa vuole che pensi di una cosa del genere un emigrato italiano che ha lavorato 40 anni in Svizzera? Glielo dico io: tutto. Ma una sola cosa non penserà mai, che il balzello sia giusto”.
Il premier Matteo Renzi governa ormai da un anno: come giudica il suo operato?
“Si è comportato come le esigenze del paese esigevano e come la sua indole di politico ha suggerito. Poi per il resto non dimentichi che lo stesso Berlusconi ne ha tessuto le lodi, per quello che ha condiviso, è chiaro”.
Secondo lei, Silvio Berlusconi si ricandiderà alle prossime elezioni?
“Berlusconi si candiderà certo alla guida del suo partito e sarà per vincere, mi creda”.
Tra 5 mesi parte Expo. Potrà essere una possibilità per ridare lustroa Milano e al Paese oppure sarà l’ennesima dimostrazione dell’ormai comprovata presenza delle organizzazioni criminali sul territorio?
“La prima che ha detto”.
Alla luce degli eventi del caso ‘Mafia Capitale’, quanto risultano inossidabili i legami tra malavita e politica?
“Non sono la persona adatta a rispondere a questo tipo di domanda, chieda a qualche politico di lungo corso”.
Senatore, com’è stato il suo ingresso in politica? Come descriverebbe la sua esperienza e la politica in generale?
“Le mie prime due legislature mi hanno visto in parlamento con i voti di preferenza che i miei concittadini all’estero mi hanno voluto attribuire. Quindi la dice lunga questo fatto, o no?”
E della politica, in generale, cosa pensa?
“La politica è il sistema, l’unico sistema per poter risolvere i problemi di un consesso. Per colpa di pochi non degni è da stupidi azzerare quanti invece hanno lavorato e lavorano onestamente per il bene del paese”.
Un’ultima domanda. Qualche tempo fa era stato diffuso un video girato dall’ex parlamentare dell’Italia dei Valori, Francesco Barbato, con una telecamera nascosta, in cui lei difendeva a spada tratta il suo vitalizio anche a costo di “tradire” la propria appartenenza politica, e invitava poi il suo interlocutore a “farsi i fatti propri”. Successivamente, Crozza ha ripreso in chiave satirica queste sue affermazioni. Qual è il suo commento a riguardo? E cosa risponde a chi afferma che “dovrebbe vergognarsi”?
“Dulcis in fundo. Non è così che si dice? Certo in quanto a fantasia, mio caro giovanotto, lei è a corto e non so come questo deficit le consenta agevolmente di fare il giornalista”.
Sarà. Ma la risposta?
“Lei mi fa una domanda seppellita da quattro anni, cui ho risposto migliaia di volte a centinaia di suoi colleghi. Vada a rileggersi i vecchi articoli e magari congegni una domanda più interessante. Non crede, mein Freund?”