Un 58enne di Arluno prenota un cardiogramma al centralino, ma quando arriva all’Ospedale di Cuggiono, nel Milanese, le operatrici lo gelano: “Non serviva fissare l’appuntamento, torni domani mattina”

11 DICEMBRE 2017

di Alessandro Boldrini

CUGGIONO-ARLUNO (MILANO) – Ha dell’incredibile la storia di un paziente considerato ‘a rischio’ dal sistema sanitario lombardo, che si è quasi visto negare la possibilità di essere sottoposto ad un esame regolarmente prenotato un mese prima. E’ successo all’ospedale di Cuggiono, nel Milanese.

La prenotazione dell’esame: un mese di attesa

Il tutto ha inizio ai primi di ottobre, quando il protagonista di questa sfortunata vicenda telefona al numero verde regionale per prenotare un semplice elettrocardiogramma, prescrittogli dal suo medico di base. Ma ecco le prime difficoltà. “Nonostante i diversi problemi di salute di cui soffro e la mia percentuale di invalidità civile elevata – racconta il 58enne residente ad Arluno – l’unica data disponibile era ad un mese dalla mia telefonata. Per fortuna l’appuntamento mi è stato fissato all’ospedale di Cuggiono, quindi vicino a casa, altrimenti sarei potuto finire in un qualsiasi altro nosocomio della Lombardia”.

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La doccia gelata in ospedale: “Torni domani”

L’uomo si presenta in ospedale il pomeriggio del giorno concordato con l’operatore al centralino per essere sottoposto all’elettrocardiogramma. Al momento dell’accettazione allo sportello del Cup, però, il 58enne vede la sua richiesta respinta, perché – a detta delle impiegate dello sportello – esami del genere non prevedono alcun tipo di prenotazione, ma basta recarsi al mattino in ospedale per esservi sottoposti.

La rabbia del paziente

“In quel momento ero sopraffatto dalla rabbia – ci confida il paziente – Se avessi saputo fin dall’inizio che non serviva l’appuntamento, sarei venuto molto tempo prima e non avrei aspettato un intero mese, vista l’urgenza. Inoltre mia figlia non avrebbe dovuto richiedere un permesso sul lavoro per potermi accompagnare. È davvero una vergogna. Ma la cosa peggiore – continua – è che, nel database del computer, la mia prenotazione risultava perfettamente acquisita. Mi sono davvero sentito preso in giro”.

Il lieto fine

Oltre al danno anche la beffa, verrebbe dunque da dire. Ma è proprio quando la situazione sembra destinata al peggio che giunge il ‘lieto fine’. “Per fortuna – conclude l’uomo – è stato informato dell’intera vicenda un cardiologo del reparto, che ha deciso di farmi fare l’elettrocardiogramma lo stesso, nonostante fossimo al di fuori degli orari d’ufficio. Se non fosse stato per la disponibilità del dottor Gian Paolo Leoncini e di alcune infermiere che mi hanno aiutato, io non sarei mai venuto a capo di tutta questa situazione. Proprio per questo lo voglio ringraziare”. Una vicenda incredibile, quindi, quella in cui si è ritrovato, suo malgrado, protagonista il 58enne arlunese. A far riflettere è però la scarsa informazione che ruota attorno ad un sistema delicato come quello della Sanità lombarda, fiore all’occhiello dell’intera nazione. Una mancanza di indicazioni che, fortunatamente, non ha portato a conseguenze ancora più gravi.